Politica - Dibattito
Adesso tocca a Socrate.

di Rosario Amico Roxas

Si è identificato in Cristo, ha ammesso anche di avere le stigmate; poi è toccato a Napoleone, magari riconoscendo che solo il corso aveva realizzato più riforme di lui.
Ora tocca a Socrate, del quale si sente l’emulo e il continuatore.
Trascurando che i senatori che avrebbe convinto a tradire erano stati eletti con voto popolare per restare al loro posto; trascurando che i suoi metodi di convincimento prevedevano posti di governo come premio e il pagamento delle spese per la campagna elettorale come sostegno; trascurando qualunque ipotesi che avesse a che fare con la democrazia, adesso sostiene che, novello Socrate, avrebbe utilizzato l’arte della maieutica per convincere alcuni senatori a tradire il mandato che avevano ricevuto dagli elettori.
Tale e quale come Socrate.
Sotto sotto deve esserci lo zampino di Sandro Bondi che deve avergli spiegato Socrate così come lui stesso lo aveva capito.
Ma Socrate insegnava il rispetto delle leggi, al punto da bere la cicuta in ossequio all’imperativo legale; lui, il cavaliere, rispetta solo le leggi che si costruisce intorno per soddisfare le più immediate esigenze personali. Se una legge non gli piace,non la discute, non dibatte, ma molto semplicemente l’abroga, la cancella e la sostituisce con un’altra ben più comoda.

Un filo logico lo unisce ad un altro filosofo, che non è certo Socrate, bensì Erasmo da Rotterdam,in quello che dovrebbe essere il vangelo del cavaliere: L’elogio della pazzia.

Dove il filosofo ammette comunemente che tutte le passioni appartengono al dominio della pazzia, visto che la caratteristica per cui si distingue un insensato da un saggio consiste proprio in questo, che il primo si lascia governare dalle passioni, il secondo dalla ragione.
Per il povero Berlusconi si tratta della passione del potere, generata dal denaro, che sostiene le apparenze e cancella i risultati della ragione; con la pazzia si ottiene la materializzazione dei sogni, la proiezione all’esterno del proprio IO che sovrasta il resto del mondo; ma si tratta solo di pazzia, nient’altro che pazzia, della quale tesse l’elogio, tetragono anche alla logica minima che lo vorrebbe ben custodito in una stanza imbottita.

Rosario Amico Roxas(raroxas@tele2.it)



Luned́, 17 dicembre 2007