Smontaggio ed intrattenimento internazionale

di Doriana Goracci

Le elezioni in Spagna dovrebbero dare significative indicazioni agliitaliani, ma l’indifferenza dell’elettorato e di coloro che lo comandano è dilagante, lo è sempre stata. Zapatero a capo del Psoe si trova a confrontarsi con Rajoy, il rappresentante del Partito Popolare e di fatto anche della Conferenza Episcopale Spagnola, una sorta di nostro Casini un po’ più seguito.
Rajoy e Zapatero si confrontano sui problemi dei diritti civili, della scuola e del terrorismo, si tenta di smontare da una parte, pezzo per pezzo, quanto è stato fatto dal leader spagnolo e dai cittadini attivi in questi anni, in quanto si afferma che: «non tutti i programmi sono compatibili con la fede e le esigenze della vita cristiana». Tutto ciò malgrado Zapatero non abbia tradito le promesse:risultati positivi in campo economico, ritiro dall’Iraq, ampliamento dei diritti civili, aumento della presenza femminile nell’esecutivo,promesse dunque portate avanti con pragmatismo. Eppure Rajoy fa leva soprattutto sull’elettorato cattolico e intollerante del laicismo di Zapatero. E quì in Italia? Siamo stati capaci di copiare gli Stati come quelli Uniti nelle loro folli e costosissime primarie, senza nulla riprendere del loro efficentismo fiscale, nulla abbiamo copiato in merito ai diritti civili spagnoli, al Welfare tedesco o inglese o francese ad esempio, la resistenza greca... Neanche le loro ribellioni o la seppure resistente anarchia. Rimane tutto sano, quello si mai smontato pezzo per pezzo, il singolare individualismo italiano, arrivato ai massimi livelli di popolarità e corruzione. Siamo stati capaci di appropriarci delle prime pagine della stampa internazionale per la vis comico-drammatica di certi nostri premier, per l’avanzata e l’instancabile manifestare del più grande movimento per la pace, per la velocità supersonica dello stesso nel morire, del continuo barattare e mettere in discussione leggi anche referendarie, di far crescere allo stesso tempo l’indebitamento pubblico come quello dei cittadini, peraltro i più usurati d’Europa nei servizi bancari. Abbiamo primati dei primati della barzelletta, come quello dell’esportazione dei rifiuti, dei governi brevissimi e delle infinite legislature di onorevoli e senatori pari a quelle dei re. Ordini come quello dei giornalisti, senza pari nel mondo, incursioni vaticane incessanti e in aumento, come brevi aeree crociate. Dopo tutto questo, dopo aver fatto spallucce e orecchie da mercanti alle richieste del popolo, accompagnate da scioperi e proteste ormai inutili e vane, il massimo della tragicità si manifesta a mio avviso con i neoappelli, i riscoperti fratelli e sorelle, compagne e compagni, etero, lesbo e gay, giovani e precari, studenti ed anziani uniti dallo sconforto,a cui si ripropongono programmi-offerte prendi uno e porti a casa due,miti della non violenza come Obama o Gandhi rispolverati per l’occasione,femmine femministe come la Finocchiaro e la Harendt, giornalisti emedici, artisti ed operai, insomma la miscellanea mediatica con qualche nome nuovo stile Madia che ribatte cassa e grancassa. E non c’è caos o ribellione in tutto questo pasticcio e deriva politica,c’è solo una sconcertante calma piatta che pure appare gran movimento, in verità solo di affari e malaffare. E per finire ci tocca ascoltare attoniti un ministro dei suoi Affari esteri che sostiene l’indipendenza del Kosovo, con quel fare scocciato come se fosse stato invitato ad una festa in cui non si capisce perchè ci si debba almeno astenere prudentemente...è lo stesso signore che spedì Ocalan fuori dall’Italia, in quella Turchia che oggi in Iraq sta punendo come sempre i curdi, e lo fa neanche tanto di fretta questo pulire-punire, guardata con fraterno affetto dall’America, che God protegge sempre, come i suoi sudditi...Mi asterrò, attivamente, non dal dire la mia.



Sabato, 23 febbraio 2008