Small is beautiful

di Nicoletta Forcheri

Alla fine io voterò non per "paura", ma per puro ragionamento logico.


Se tutti votiamo partiti piccoli o la lista civica di Montanari, penso che possa essere un modo per tentare di scardinare il duopolio veltrusconi dall’interno.

Il problema è che il nostro nemico non è solo l’inciucio o cartello politico che dir si voglia, bensì la massa di ignavi che dice "tanto non serve a niente votare un partito piccolo", o la massa di conformisti, o di agnelli, che hanno bisogno di sacrificarsi a un altare dei poteri forti della politica. I nostri nemici in questo momento sono confusi nella massa ignorante, tra quelli che votano i soliti, e ne ho sentiti, lobotomizzati dalla televisione - o che pensano di non avere niente da perdere - che gli frega? hanno la pensione e tanti nipotini - o tra quelli che non votando vanno a rinforzare questa maggioranza sempre più blindata, perché già preinciuciata.

Detto ciò sono per una protesta forte e vigorosa contro il presente sistema elettorale a tal punto che poco mi importa di inviarla UNICAMENTE a Napolitano, dentro fino al collo; mi preme invece richiamare l’attenzione di qualche gruppo fuori Italia, la Corte dei diritti dell’uomo o altro istituto misericordioso, che preso da pietà per il nostro caso lo ripercuota a livello di stampa internazionale. Non sperateci né in un Herald Tribune né in un The Economist che fanno parte di quegli stessi poteri forti che ci stanno mettendo il cappio anche con le elezioni; il problema è che la stampa tutta, Le Monde compreso da quando non appartiene più ai suoi giornalisti, è in quelle mani.

Per chi avesse qualche dubbio ancora, la stessa Lega, da cui proviene il Porcellum, con la sua faccia populista e demagogica, altro non è che una creatura di quegli stessi poteri forti internazionali, con le sue teorie federaliste alla Miglio che guarda caso ritroviamo nel trattato di Lisbona dell’UE, che formalizza le euroregioni, altro cavallo di troia per smembrare il paese. La disunione crea l’affare. Come alle pulci, ci comperano con tante "occasioni".

E a proposito di affari, sarei anche per richiamare l’attenzione di tutti sulla coincidente svendita vergognosa che sta accadendo sotto ai nostri occhi di Alitalia, dove un Padoa Schioppa, a servizio del FMI, accelera da sempre per vendere, forse da sempre la sua vera missione, dove un Letta, consulente di Goldman Sachs, parla a destra e a manca sempre a vantaggio dei suoi padroni, dove il presidente cda appena nominato, Aristide Police, è socio della Clifford Chance, multinazionale che consiglia in fusioni e acquisizioni, e dove in piena campagna elettorale ci premono per prendere decisioni innaturali in caso di assenza di governo... Un enorme conflitto d’interessi che attraversa il governo, una piovra che lo attanaglia. Sulla volontà non certo cristallina del governo a proposito di una compagnia di bandiera che è in perdita, c’è da chiedersi: chi e perché ha deciso importi da 190000 euro mensili per un Cimoli a fronte dei 29000 euro del suo omologo francese? Chi ha provocato gli sprechi??

Che di sprechi e non di esuberi trattasi per Alitalia: con 20000 dipendenti e 178 velivoli nella sua flotta ha un rapporto di 112 membri di personale per velivolo, mentre Air France, con 74000 dipendenti e 579 velivoli ha una media di 127,80 membri di personale per velivolo. E l’Alitalia sarebbe poco efficiente? Avrebbe esuberi di personale? Mettetevi in testa questo: se Air France insiste tanto sugli esuberi di Alitalia, è perché è essa ad averne tanti, ma i suoi dipendenti sono ben tutelati a livello di consiglio di amministrazione dove sei membri su tredici amministratori sono eletti dai dipendenti....

Vorrei richiamare l’attenzione ugualmente sulla composizione del consiglio di amministrazione del gruppo nato dalla fusione Air France/KLM, a detta di tutti "privatizzato". Con il 16% delle quote dello Stato francese e il 10% riservato ai dipendenti: su 15 membri, 3 sono nominati direttamente dal governo francese - uno è presidente anche delle statali poste, televisione, EDF, e ferrovie, il secondo è presidente delle autostrade e il terzo direttore del ministero del Tesoro. Mentre il presidente Spinetta, oltre ad avere fatto tutta la sua carriera in cariche pubbliche, fino a poco tempo fa era anche consigliere nel cda di Alitalia (dal 2002), ed è soprattutto membro del Consiglio di amministrazione della potente organizzazione IATA, una sorta di confindustria mondiale delle compagnie aeree. AF è quindi ben rappresentata alla IATA mentre Alitalia non vanta nessun rappresentante... tranne nella carica di presidente, quel Giovanni Bisignani, a partire dal cui mandato in Alitalia - dal 1989 al 1994 - inizia il dissesto finanziario e il cui fratello Luigi, già tessera P2, era indagato l’anno scorso nella sepolta inchiesta Why Not di De Magistris, come personaggio chiave nella loggia di San Marino.

Sugli altri tredici membri del consiglio di amministrazione di AF/KLM si può dire che ciascuno concentra un potentato internazionale a sé stante, a partire da Bolkestein, ex commissario europeo dall’omonima direttiva, membro del consiglio di vigilanza della Banca di Olanda, o Jean-François Dehecq che rappresenta il comparto farmaceutico, o Patricia Barbizet che per gli altri incarichi rappresenta le multinazionali della moda e del lusso; o ancora Jean-Marc Espalioux, che è amministratore di Veolia e membro del consiglio di vigilanza della Cassa depositi francese, Pierre Richard che rappresenta la Dexia (presidente) e Le Monde, senza parlare del vice presidente Leon Van Wijk, di ABN AMRO e dell’ufficio nazionale del turismo olandese...

Vorrei ugualmente richiamare l’attenzione di tutti sul fatto che proprio poco dopo che è scoppiato alla luce del sole, chissà perché proprio adesso dopo decenni di degrado?, il bubbone monnezza in Campania, dove peraltro interessi internazionali sono direttamente implicati anche se i giornalisti se ne guardano bene dal rifericelo, si sta votando al Parlamento europeo la direttiva quadro rifiuti che riclassifica l’incenerimento in riciclo energia, che rischia di regolarizzare i CIP6?, architettata dalla Commissione sotto influsso della potente lobby inceneritorista. Proprio adesso che l’Italia è senza governo ed è in campagna elettorale (maggiore assenza di eurodeputati italiani), proprio adesso che Prodi ha rivotato in fretta e furia la proroga dei CIP6. Proprio adesso che si poteva iniziare a indagare veramente sui rifiuti in Campania, Suez/GazdeFrance - tramite la sua filiale Jacorossi Imprese - teme di perdere l’ingente bottino ottenuto dalla monnezza in Campania, e soprattutto di essere scoperta dall’opinione pubblica; proprio adesso che Veolia e GDF si sono resi conti che con le proteste di Grillo e della popolazione vi era un rischio, sia pur minimo, di perdere la manna CIP6, magari con il prossimo governo. Rifiuti e acqua una manna finanziaria che si autoalimenta, i primi inquinando la seconda e moltiplicando in modo esponenziale tariffe, appalti e rendite....

Questo è il quadro: non perdiamoci quindi nelle virgole di una lettera di protesta da inviare a quel matusa di Napolitano - ha proprio ragione Grillo, dopo due legislature VIA!. Fare le cose in grande, o non farle proprio. Fare in questo caso vuole dire richiamare l’attenzione del mondo sull’illegalità di queste elezioni...

Ma non votare è peggio, è un premio a una maggioranza che si sta già autopremiando da sola. Non turiamoci il naso. Pensiamo in grande: small is beautiful.

Nicoletta Forcheri



Lunedì, 07 aprile 2008