Segnali inquietanti

di Rosario Amico Roxas

Segnali inquietanti n. 1

Un sondaggio indica nel 18% la percentuale degli italiani che ha fiducia nella giustizia.

Questo accade grazie all’intervento dei vertici delle istituzione, a cominciare dallo stesso presidente del consigli, il quale dedica il suo tempo alla delegittimazione della magistratura anzicchè ai problemi del paese. Quando poi deve interessarsi dei problemi generali, coglie l’occasione per inserire nei provvedimenti appendici a proprio tornaconto, vanificando lo spirito del provvedimento e mettendo le minoranze nella condizione di fare anche ostruzionismo; il metodo serve per accusare le minoranze, senza chiarire il reale motivo del dissenso. Anche a non voler credere ai risultati dei sondaggi, il segnale è comunque inquietante, perché dovrebbe essere il 100% la percentuale dei cittadini che confidano nella magistratura, per cui viene da pensare che il sondaggio è stato fatto interpellando le varie cupole delle cosche criminali, oppure si tratta degli effetti deleteri della politica destabilizzante del presidente del consiglio malauguratamente in carica e sostenuto dai lanzichenecchi alla camera e al Senato, nonché dagli organi di informazione condizionati dallo stesso personaggio, ma nelle vesti di imprenditore ed editore. La sfiducia nella magistratura è l’anticamera dell’esercizio autoritario del potere, che si perfeziona quando il potere esecutivo avoca a se stesso anche l’esercizio giudicante; un segnale gravissimo che non può e non deve essere sottovalutato; la condizione nella quale si trova il cavaliere è tale da lasciare intuire qualunque iniziativa possa tornare utile ai suoi personalissimi interessi. Ha conquistato una maggioranza di “pianisti” e yesmann, conquistando anche l’abusivo diritto di operare “in hoc signo vinces”, con la paterna benedizione del più contestato pontefice degli ultimi 300 anni.





Segnali inquietanti n. 2

Non è meno grave del primo, e lo abbiamo anche evidenziato. Carpendo l’occasione delle manifestazioni di protesta per l’apertura indiscriminata di discariche in Campania, viene posto in essere la minaccia dell’uso dell’esercito per scoraggiare le manifestazioni. La scusa, per essere plausibile, è rivolta al rallentamento del traffico operato dai manifestanti, nell’ambito del mandato più generale che prevede l’intervento “per qualunque ragione”.

Anche una manifestazione di protesta può essere interpretata come “ingorgo di traffico”; può diventare anche una minaccia all’ordine pubblico se un modesto gruppo di infiltrati, pagati da chi ha l’interesse di fomentare disordini per motivare interventi repressive, dovesse eccedere nelle rimostranze. E’ urgente un APPELLO ALL’ON. DI PIETRO, a proposito della preannunciata manifestazione di protesta del 7 luglio. C’ è il rischio concreto che si verifichino atti e gesti inconsulti, mirati proprio a dimostrare l’urgenza di provvedimenti restrittivi, perché sarà detto che “la piazza” vuole sovvertire l’ordine democratico, quando non sarà la piazza ad agire ma i delinquenti arruolati per l’occasione. Sono gli stessi sempre presenti nelle rappresentazioni da avanspettacolo del cavaliere, gli sbandieratori, gli osannanti, i trascinatori di standing ovation che esaltano i momenti più demagogici.

Un appello alla massima prudenza e al massimo controllo, per isolare gli assoldati, e documentarne la presenza attraverso riprese fotografiche per denunziarli alla già tanto bistrattata magistratura.

Rosario Amico Roxas



Giovedì, 26 giugno 2008