Un segnale chiarissimo

di Rosario Amico Roxas

Sul flop elettorale di Fini a Palermo


Fini è stato destinatario di un chiaro messaggio a Palermo, dove si aspettava di partecipare ad un bagno di folla. Una riunione prevista nel salone del cinema “Impero”, per evocare antichi trionfi, è andata deserta; gli è rimasto solo il bagno, ma non di folla.
Costretti alle dimissioni il segretario regionale e il segretario provinciale, quelli che una volta si chiamavano “federale”.
Gli è stato detto a chiare lettere che la base non ha accolto benevolmente la transumanza nel PdL, alle dipendenze di Berlusconi; è stata attribuita la responsabilità di quelle assenze alla magnifica giornata primaverile, che ha invitato i palermitani a Mondello a godere della prima giornata quasi estiva; è stata anche avanzata l’ipotesi che la gente si è stancata di vedere sempre gli stessi personaggi in TV, per cui ritiene superfluo rivederli ancora di persona, ma nessuna motivazione è stata ritenuta sufficiente, e a ragione.
Tutte scuse accampate per nascondere il messaggio chiarissimo che non si vuole leggere.
Intanto i due massimi responsabili hanno dovuto firmare le loro dimissioni, dopo avere inghiottito (malamente) l’esclusione dalle candidature, a vantaggio di fedelissimi del cavaliere.
Palermo è mobilitata per dare il segnale di allerta alle forze politiche interessate; toccherà anche a Berlusconi constatare con mano la distanza siderale che lo divide dagli elettori palermitani.
In altri tempi di maggiore e confuso associazionismo di facciata, sarebbero stati gli stessi picciotti esattori del pizzo a riempire e far riempire la sala, sbandierare e osannare con cori da stadio.
Ma i tempi sono cambiati e necessita dimostrarlo; così vuoto per Fini e, in prospettiva, vuoto per Berlusconi, mentre avanza e si fa preponderante la campagna elettorale di Cuffaro a documentazione di un primato che non permette di essere intaccato.
La cosa grave e allucinante non coinvolge la mafia e la lotta alla mafia, ma la lotta interna alla mafia stessa; da una parte i fedelissimi della mafia corleonese, che non hanno gradito le evoluzioni interne che hanno portato all’arresto di Provenzano; dall’altra la nuova generazione dei discendenti dagli “scappati” che a loro volta non hanno gradito le delazioni che hanno provocato l’arresto dei messaggeri dalla mafia di oltre Oceano , i Lo Piccolo, per cui si trova allo sbando, pronta a rientrare negli USA se i fatti evolveranno, come stanno evolvendo.
I giochi sono molto più grossi di quelli che avrebbe potuto gestire Fini che si è trovato così al centro delle ripicche che stravolgeranno gli esiti elettorali in Sicilia.
L’assenteismo dovrebbe farla da padrona, specie nelle elezioni nazionali, tranne quella frangia piuttosto numerosa che appoggerà Cuffaro al senato, mentre alla camera la nuova invenzione di Berlusconi, il PdL vedrà ridimensionata la rappresentanza, anche per le defezioni in altre province siciliane provocate da parlamentari non più inseriti in lista. Lombardo non è in grado di sanare la frattura, perché è considerato un “pollo”, cioè né carne né pesce.
Bisognerà vedere se questo ostracismo si dilaterà anche in Calabria, in Campania e in Puglia, malgrado le promesse del cavaliere di mettere (e far mettere) mano alla costruzione del ponte sullo stretto, che (come ho già scritto in molte altre occasioni) rappresenterebbe l’alleanza definitiva tra politica e malaffare, uniti insieme per i prossimi 50 anni (tanto durerà la costruzione del ponte), per spartirsi un miliardo di euro l’anno (costerà, infatti, non meno di 50 miliatrdi di euro).
Ciò impedirebbe la dilatazione alle altre associazioni malavitose della rivolta al potere; se così non dovesse accadere, se mafia, ‘drangheta, camorra e sacra corona unita, dovessero fare causa comune, allora significa che si è affermato il partito della sfiducia alle istituzioni colluse, con una ripresa della strategia stragista corleonese, garantita dall’unico erede di Riina, tempestivamente e repentinamente rimesso in libertà per riprendere le fila di quanti si erano autoproclamati “cani sciolti”.

Rosario Amico Roxas



Mercoledì, 02 aprile 2008