La rivincita del Meridione.

di Rosario Amico Roxas

Sulle sparate di Bossi e soci


La sortita provocatoria e Bossi & C. non può restare priva di ulteriori considerazioni e di una puntualizzazione storica. I provvedimenti contro lo Stato minacciati e in fase di applicazione, documentano solo l’assoluta mancanza di "Senso dello Stato", sostenuta dal sottinteso adagio "quello che è tuo è mio e quello che è mio resta mio".

Bossi se la prende anche con Garibaldi; il ridimensionamento dell’"eroismo" garibaldino non ci assimila in una analoga valutazione storica, ma ci divide ulteriormente, perché fornisce una interpretazione storicamente sbagliata; d’altra parte non si può pretendere una corretta interpretazione storica da personaggi come Bossi o Calderoli, che al massimo possono condurre a spasso il loro maiale, per sentirsi in buona compagnia.

Riporto appresso la condizione economica dell’intera Italia al momento dell’annessione; bisogna tener presente che la circolazione monetaria doveva essere garantita da depositi in oro; si evince che l’oro del Regno delle Due Sicilie rappresentava il 50% della globalità italiana. Dopo la rapina a mano armata perpetrata dalla banda dei 1.000 di Garibaldi, su ordine dei Savoia, a danno del Banco di Napoli e del banco di Sicilia, avvenne un capovolgimento di tendenza, in quanto tutto il Nord fu investito da opere pubbliche, finanziamenti alle industrie, facilitazioni fiscali, il tutto grazie alle garanzie offerte da quell’oro proditoriamente trafugato.

Per il meridione iniziò il periodo delle emigrazioni, mentre il Nord iniziava il decollo economico riuscendo ad inserirsi nell’economia europea, dalla quale era rimasto escluso per congenita povertà.



Le monete degli antichi Stati italiani al momento dell’annessione ammontavano a 668 milioni così ripertiti * :



Regno delle Due Sicilie milioni 443, 2

Lombardia " 8, 1

Ducato di Modena " 0, 4

Parma e Piacenza " 1,2

Roma " 35, 3

Romagna, Marche e Umbria " 55, 3

Sardegna " 27, 0

Toscana " 85, 2

Veneto " 12, 7



* F.S. NITTI, Scienza delle finanze, ED. Pierre, 193, pag. 292



Il Meridione, adesso, dovrebbe saper dare una giusta risposta, per far toccare con mano l’assurdità delle loro pretese, e basterebbe un minimo di coordinamento per dare un segnale che anche personaggi come Bossi e Calderoli capirebbero.

Boicottare i prodotti alimentari del Nord Italia sarebbe veramente auspicabile, ma di difficile attuazione; boicottare i supermercati che fanno parte di catene a carattere nazionale diventa arduo, ma limitare una azione di risposta organizzata servirebbe a far capire la mutualità che deve reggere le sorti di una nazione.

Purtroppo non ho a disposizione i mezzi mediatici per far sentire la mia voce che contiene una ben precisa proposta, ma cercherò di contattare alcune organizzazioni affinché possa dilatarsi la mia proposta. Si tratta di boicottare, da metà ottobre fino a metà gennaio (ivi comprese le feste di Natale e Capodanno) l’acquisto dei formaggi tipici, come il "Grana Padano" e il "Parmigiano"; non pretendo che si realizzi un rifiuto totale, ma una sensibile flessione intorno al 50% dei consumi consolidati, dovrebbe fornire un segnale di allarme che i produttori dovrebbero attribuire alla politica protezionistica di Bossi & C.

Non ci mancano alternative di gran lunga più saporite dei formaggi che importiamo dalla straniera "Padania", abbiamo i nostri pecorini, il caciocavallo, la ricotta salata o affumicata che non hanno nulla da invidiare ai pubblicizzatissimi formaggi industriali che stupidamente acquistiamo.



Rosario Amico Roxas



Lunedì, 17 settembre 2007