Politica - Dibattito
Lega: prove tecniche di potere

di Rosario Amico Roxas

Per ora è solo un assaggio, una prova tecnica, il meglio ha da venire.

Per Malpensa serve tempo nel tentativo di reperire altri vettori disponibili a utilizzare quell’aeroporto come punto di riferimento internazionale. Non troveranno nessuno, perché Malpensa non ha infrastrutture, non ha servizi, non ha organizzazione per farne un aeroporto intercontinentale. Così la Lega impone a Berlusconi di andare a chiedere al governo Prodi di allargare le maglie della borsa per sovvenzionare la speranza.

Prodi “per senso di responsabilità” ( ma ha fatto firmare un fidejussione personale all’aspirante presidente del consiglio a garanzia del rimborso ?) accoglie la richiesta e propone un prestito-ponte di 600 miliardi del vecchio conio, 300 milioni di euro. Per essere consumabili subito manca solo l’approvazione dell’UE che vieta interventi statali. Ovviamente la somma, utile per la sopravvivenza di Alitalia per pochi mesi, non sarà mai restituita, né eventuali fantasmagoriche cordate accetterebbero mai di accollarsi un debito perfettamente inutile, capace solo di dilatare nel breve termine la più logica conclusione, e fornire argomenti di rivalsa alla Lega.

Berlusconi non ha mostrato di gradire “il senso di responsabilità” del governo Prodi; infatti, incassato quanto richiesto ha ringraziato sparando calci, come i somari nervosi; sostiene la colpa dei sindacati, ma principalmente quella del governo Prodi; mentre si autoassolve per le gigantesche cazzate, sparate come calci, provocando la legittima reazione di Air France, delle quali si è servito per irretire i creduloni che lo hanno votato. Non si può chiedere ad una azienda straniera di fare un gigantesco investimento in una nazione dove il governo che si sta insediando ha espresso motivazioni di ostilità. Il comportamento del cavaliere ha fatto riflettere i malevoli che hanno visto una rivalsa per essere stato cacciato dalla Francia con la sua “La cinq”; ma certamente si tratta di malignità.

Le cordate non ci sono, perché c’è da investire, da rischiare, da programmare, tutte cose fattibili da persone serie; le cordate berlusconiane sarebbero intervenute solo se avessero avuto la garanzia governativa di finanziamenti, agevolazioni, detassazioni, condoni e le solite amenità parto della fantasia unidirezionale di Berlusconi/Tremonti. Ma c’è l’Europa che vigila, quindi niente gioco delle tre carte e, conseguentemente, niente cordata italiana e men che meno cordata familiare con il coinvolgimento dell’apparato familiare del cavaliere.

Record da Guinnes dei primati: le tranvate cominciano già prima dell’insediamento, giusto per far capire all’Italia cos’altro ci aspetta.

Sul “cos’altro ci aspetta”, è già circolata la voce di una ulteriore richiesta della Lega, passata sotto silenzio solo perché a Roma si vota per eleggere il sindaco. La lega avrebbe avanzato la richiesta (giusto per accordarsi sulle nomine dei ministri e sulla questione del governo della regione Lombardia) di avere mani in pasta presso il ministero del Commercio con l’Estero, ma non limitatamente a qualche posizione di potere come un vice-ministro o un sotto-segretario, bensì con la delocalizzazione del medesimo ministero in quel di Milano, secondo la logica leghista per cui il 60% del commercio con l’Estero è garantito dal Nord Italia e sarebbe doveroso spostare il ministero a portata di mano degli imprenditori nordisti.

La voce circola con insistenza, peraltro sostenuta da Calderoli nel corso di una cena (dopo abbondanti libagioni).

Rosario Amico Roxas



Mercoledì, 23 aprile 2008