Il pontefice e la politica delle omelie

di Rosario Amico Roxas

Per essere certo di ciò che scrivo, ho voluto attendere di poter leggere l’intero discorso del pontefice registrato. Non mi sembrava possibile, perché il Vaticano è sempre molto attento alle formalità burocratiche e non cade in errori o dimenticanze, tanto meno in distrazioni. Ciò che fa, o non fa è voluto, studiato, premeditato, valutato, come il discorso di Ratisbona, quando il pontefice ha voluto tastare il polso al mondo islamico per valutare fino a che punto poteva arrivare; le reazioni furono immediate, ma le più forti giunsero dal mondo cattolico, così capì di avere esagerato e si recò in Turchia per recuperare l’immagine entrando nella moschea.

In Sardegna il pontefice ha svelato chiaramente le sue personali scelte politiche di parte, sue e della curia che con tanta attenzione sta selezionando per il futuro.

Non si tratta di un evento grave in sé e potrebbe anche essere sottovalutato, ma così non deve essere. Cosa c’entrava il cavaliere in una visita pastorale del pontefice, se non di cogliere l’occasione per smontarsi in un inchino con devoto e umile baciamano ?

Ma questo è solo l’esempio dell’utilitarismo ipocrita che anima il cavaliere in ogni suo gesto; evidentemente i tutori della sua immagine devono avergli suggerito di insistere sulla presentazione di una immagine di devoto e penitente.

Ma il pontefice ha steso un ponte d’oro ad un tale “figlio prediletto”; al termine dell’omelia, nella quale ha stimolato una maggiore presenza di politici cattolici, si è soffermato ai saluti.

Ha colto la ghiotta occasione per fare i suoi chiari “distinguo”; ha salutato il cattolico, penitente, osservante cavaliere, ringraziandolo della augusta presenza; ha ringraziato Letta, ma ha volutamente trascurato di salutare il presidente della Regione Sardegna Soru, ovviamente non di suo gradimento, per far risaltare maggiormente l’attenzione rivolta al “più inquisito dei presidente del consiglio” che mai l’Italia abbia dovuto subire. Benedetto XVI si è certamente ingraziato il cavaliere, ma ha creato un abisso con il mondo cattolico. Quest’ultimo evento va ascritto come la peggiore esibizione di partigianeria manifesta, che non onora né il sovrano dello Stato Città del vaticano, né il dotto professore, né, tanto meno, il pastore universale della Chiesa di Cristo.

Rosario Amico Roxas



Martedì, 09 settembre 2008