Sicurezza
Un ponte tra due mondi, la missione della politica

di amina salina

Abbiamo un governo di centrosinistra che vola basso cosi’ come vola bassa tutta la politica italiana. Non serve a niente sconvolgersi per gli ennesimi atti di violenza barbarica di cui narrano i giornali: i 5 morti di ieri sul lavoro, una strage annunciata, la povera signora uccisa a Tor di Quinto a Roma da un delinquente, la ragazza uccisa a Perugia perche’ si sottraeva ad un rapporto imposto e contro natura. Bagliori di una società sempre piu’ ingiusta disordinata e violenta, la società del neoliberismo che piace tanto agli americani di destra e di sinistra. Non si tratta solo dell’ingiustizia nella redistribuzione del reddito per cui - secondo l’inchiesta «Il divario generazionale: un’analisi dei salari relativi dei lavoratori giovani e vecchi in Italia» di Alfonso Rosolia e Roberto Torrini - l’Italia e’ profondamente cambiata in peggio. I due economisti fotografano un paese profondamente diverso da quello dei nostri genitori. Analizzando i dati Istat in 6 anni abbiamo perso il 23 per cento del nostro potere d’acquisto ne’ si tratta solo di ingiustizia di genere per cui - secondo uno studio della Banca d’Italia "Alla fine degli anni ’80 le retribuzioni nette mensili degli uomini tra i 19 e i 30 anni erano del 20% più basse di quelle degli uomini tra i 31 e i 60 anni; nel 2004 la differenza è quasi raddoppiata in termini relativi salendo al 35%». Non si tratta solo del precariato per cui " «nel decennio 1992 - 2002 il salario mensile iniziale è diminuito di oltre l’11% per i giovani entrati sul mercato del lavoro tra i 21 e i 22 anni presumibilmente diplomati (da 1200 euro mensili a meno di 1100 euro) e dell’8% per i lavoratori tra i 25 e i 26 anni, potenzialmente laureati (da 1300 a 1200 euro mensili). Per entrambe le classi di età i salari di ingresso sono tornati nel 2002 ai livelli di 20 anni prima». Si tratta della costruzione di due mondi, anzi di tre mondi separati che convivono. Il primo quello dei garantiti, una minoranza; il secondo, quello di coloro che scendono; il terzo, di coloro che proprio non ce la fanno e che sono veramente tanti. L’insicurezza e’ un dato strutturale e non c’entra nulla con l’immigrazione tanto piu’ in un paese dove la mafia e’ la prima azienda per fatturato.
Il divario tra una minoranza di possidenti e la stragrande maggioranza di precarizzati e’ tale che "Se oggi l’Italia è un’azienda indebitata e sottocapitalizzata, come dice Padoa Schioppa, se essa è patria dei più bassi salari d’Europa, va ricordato che, come dicono sempre i dati Bankitalia, essa è anche patria dei cittadini più ricchi d’Europa: la ricchezza in case, titoli e moneta degli italiani è pari a nove volte il Pil, più di 21mila miliardi di euro su 1. 540 miliardi di Pil. Per capire come la redistribuzione della ricchezza dell’ultimo ventennio abbia arricchito una minoranza di italiani a spese delle masse, basta guardare alla ricchezza posseduta dai cittadini di altri Paesi europei che non supera mai cinque volte il loro Pil. Sotto quest’aspetto l’Italia assomiglia più agli Stati Uniti che a Francia e Germania, essendo come noto il gigante d’oltre Atlantico il Paese socialmente più diseguale al mondo.

Mentre l’Italia è il Paese più indebitato (105% del Pil) e più povero d’Europa (in 10 anni il Pil unitario è passato da +10% a - 5% rispetta alla media europea) gli italiani sono il popolo “mediamente” più ricco d’Europa. "(ivi). Naturalmente i ricchi sono coloro che possiedono le finanziarie i grossi imprenditori gli immobiliaristi, sono loro che alzano la media.

E’ questo l’hunmus fertile su cui crescono intolleranza e razzismo. Infatti come ha affermato stamane Adriano Sofri su La Repubblica, i diseredati che vivono nelle bidonville in Italia vengono sgomberati appena lo stato viene messo a nudo nella sua insipienza. Le bidonville in Italia ci sono da anni ed e’ un miracolo che ad abitarvi non vi vadano non solo gli immigrati ma anche gli italiani senza casa - merito non certo dello Stato ma della rete familiare di cui questi ultimi possono godere a differenza di molti immigrati. I nomadi ci sono da centinaia di anni e non hanno mai fatto danno piu’ di tanto. Se lo Stato si desse la pena di agire per integrarli probabilmente potrebbero vivere decentemente come i nomadi che vivono in altri stati europei. La politica sociale del governo per gli emarginati si riduce a 1500 miliardi di stanziamento - 3 volte rispetto al governo Berlusconi - che comunque non bastano nemmeno per le emergenze. La questione della sicurezza rischia di essere il solito volano per i democratici di sinistra come Veltroni e Fassino che non a caso aprono alle destre sulla questione delle espulsioni perche’ vogliono compiacere il popolo minuto che di politica e di solidarietà capisce meno di nulla e che vede come unica soluzione le deportazioni di massa. ( che comunque la sinistra non farà mai e la destra nemmeno perche’ sono fuori dalla normativa europea). Tutti i politici che vengono intervistati in questi giorni nei vari talk show su questioni di importanza capitale, come la casa, il lavoro, l’immigrazione, si vede benissimo che non sanno come rispondere. Semplicemente non possono risolvere questi problemi strutturali senza toccare la redistribuzione della ricchezza in Italia e i rapporti di potere tra le caste. Questi rapporti non possono essere toccati altrimenti salta tutto il sistema. Non e’ un caso che in Italia siano cresciute come funghi le finanziarie e la produttività diminuisca anno dopo anno. Ci stiamo sudamericanizzando, siamo un paese ricco con una struttura produttiva ed infrastrutture da Terzo Mondo.
Non mi si venga a dire che la politica non fa miracoli. E non mi si venga a dire che in altri paesi d’Europa le deportazioni le hanno fatte. In Francia o in Germania se vuoi lavorare lavori se no hai un sussidio ed un tetto. Qui se lavori spesso non hai la casa o viceversa. Di fatto abbiamo solo l’assistenza sanitaria e la scuola per tutti, ma molte famiglie non hanno letteralmente da mangiare e vanno alla Caritas.. Molti degli abitanti delle baraccopoli - compresi gli irregolari - lavorano stabilmente ma nessuno dà loro un tetto, cosi’ sono costretti a vivere in quelle condizioni.
Compito della politica sarebbe quella di mandare via i veri delinquenti ed integrare veramente tutti gli altri. Costruendo ponti non muri. Riconoscendo che ci vogliono investimenti a favore di quel venti trenta per cento della popolazione italiana o immigrata che sta letteralmente sprofondando senza che nessuno se ne accorga. Un esercito di invisibili che nessuno potrà mai spostare da nessuna parte.
salam


amina salina



Mercoledì, 07 novembre 2007