Politica - dibattito
Che fine ha fatto il poliziotto di quartiere ?

di Claudio Giusti

25 Aprile 2008, Anniversario della Liberazione
Dedicato a Maria Giovanna Cortesi Giusti

Non vorrete mica che arresti i miei elettori, vero?
Sceriffo H. J. Lee, Jefferson Parish LA

Durante la campagna elettorale del 2001 il tema del poliziotto di quartiere era il cavallo di battaglia dei Berluscones. Questa entità leggendaria (in cui nessuno si è mai imbattuto) doveva risolvere tutti i problemi di sicurezza del Bel Paese. Grazie a lui saremmo dovuti entrati nell’era della pace e della tranquillità.
In quei giorni il Berlusconi condiva la sua campagna con le consuete falsità affermando che, con i governi di centro sinistra, gli omicidi erano triplicati e replicando, a chi gli faceva notare che era accaduto l’esatto contrario e si erano ridotti a un terzo, che la gente era scoraggiata e non denunciava i crimini.
Persino i padani sanno che una parte rilevante dei reati non è denunciata, che negli Usa almeno la metà dei reati gravi è sconosciuta alla polizia, ma che le autorità sono a conoscenza della quasi totalità degli omicidi e che solo una parte molto piccola di questi è rubricata come sparizione, incidente, morte naturale o suicidio. Ma questi sono discorsi da grandi e non interessano l’italiano medio che invece adora farsi terrorizzare da qualche morbosa trasmissione televisiva.
Così, al grido (ma pensa te) di legge e ordine, il Berlusca vinse le elezioni: ebbe una solida maggioranza parlamentare, formò un governo di soli 99 membri e fece sparire le statistiche sul crimine.
Il suo intento era lodevole: non voleva ci preoccupassimo scoprendo che sotto di lui i reati erano, come del resto i debiti, cresciuti, passando da 2,1 a 2,8 milioni, e che persino gli omicidi, dopo un crollo decennale, erano saltati all’insù di un buon 15 per cento.

Perché spaventarci con la realtà quando ci piace tanto essere truffati da un po’ di statistiche taroccate? Fu quindi a fin di bene che il Berlusconi ci elargì una serie di rassicuranti medie pluriennali, dalle quali risultava che tutto andava bene. (bugie, maledette bugie e statistiche)
Nella campagna elettorale 2008 invece il poliziotto di quartiere è scomparso ed è stato sostituito dalla “ronda padana” (che non è un formaggio di grosse dimensioni). La ragione di ciò sta nel fatto che i consumatori-elettori non vogliono poliziotti fra i piedi.
Soprattutto non vogliono il poliziotto di quartiere, perché questo non ha il compito di reprimere il crimine, non va in giro manganellando zingari e negri, non se ne sta acquattato dietro un cassonetto con il dito sul grilletto, pronto a sgominare bande di stupratori albanesi. Il suo compito è invece quello di reprimere il disordine. Egli fa le multe alle auto in doppia fila, impedisce il lavoro nero e gli abusivismi edilizi e non si limita a dare la caccia ai feroci lavavetri e agli spietati graffittari, ma cerca anche gli affitti in nero. Il poliziotto di quartiere reprime le infrazioni e i piccoli reati che gli italiani considerano normale commettere. Al contrario delle ronde mette il naso nei nostri affarucci.
Questi sono i motivi per cui non abbiamo e mai avremo poliziotti di quartiere.


Dott. Claudio Giusti


Claudio Giusti ha avuto il privilegio e l’onore di partecipare al primo congresso della sezione italiana di Amnesty International e in seguito è stato uno dei fondatori della World Coalition Against The Death Penalty. Fa parte del Comitato Scientifico dell’Osservatorio sulla Legalità e i Diritti.



Venerdì, 25 aprile 2008