Politica - Dibattito
Pagano sempre i "pirla"

di Rosario Amico Roxas

Sono pentito e rammaricato di avere evidenziato, in una mia nota precedente, la figura che ha fatto il povero Saccà nel corso della telefonata con Berlusconi, oggetto di intercettazione e successiva divulgazione. Mi duole, infatti, avere infierito perchè, in fondo, si tratta solo di un valvassino, un mero esecutore di ordini, un fedelissimo attirato dal potenziale del padrone che può o potrebbe (o avrebbe potuto !) diventare il suo migliore cliente quando avrà messo sù la sua ditta di produzione di fictions.
Ne ha avuto la formale promessa con un: "spero di compensarti quando sarai un libero imprenditore". Ora è l’unico a pagare con l’autosospensione (e probabile licenziamento) da quel ruolo tanto ambito, in attesa dei provvedimenti che la RAI dovrà prendere anche per dare legittima soddisfazione ai "coglioni" che paghiamo il canone.
Spero proprio che il medesimo Saccà, almeno in cuor suo, si renda conto di quanto perniciosa sia la confidenza con Berlusconi; lui usa tutti, sfrutta tutti, si serve di tutti, poi, quando le cose si mettono male, abbandona le vittime al loro destino e si salva scatenando le ire dei suoi vassalli e dei valvassori che aggrediscono l’esigenza della privacy, senza entrare nel merito delle porcate che emergono e che travolgono il padrone; senza protezione rimangono i valvassini e i "servi della gleba", sempre rimpiazzabili con altri in attesa di servire il padrone.
Significativo il deferente "lei" usato da Saccà nei confronti del padrone e lo spregiativo "tu" di Berlusconi, usato va come uno scudiscio per minacciare il servo.
Immagino il povero Saccà a casa sua, nella sua famiglia, di fronte ai figli che devono affrontare gli amici del bar, di fronte al parentado che lo ha sempre annoverato come il parente fortunato, in gamba, potente, come si sia sentito e come deve sentirsi, nell’essere stato ridotto al rango di mezzano, sempre all’erta per carpire i pruriti del padrone e soddisfarli a comando; altro che potente, in gamba, fortunato...si tratta solo di un valvassino con un incarico tra i più squalificanti.
Per questo ora mi fa pena, perchè si sta ritrovando nella scomoda situazione di uscire dalle grazie del padrone (Berlusconi abbandona al loro destino i servi non più utilizzabili): così il povero Saccà esce dal sia pur mortificante ruolo di valvassino, per entrare in quello del "pirla" che paga per tutti, essendo privo di quelle coperture necessarie a farla franca.
Ci hanno guadagnato tutti: Berlusconi per aver avuto la possibilità di movimentare l’opinione pubblica aggredendo la magistratura, i soliti comunisti e le intercettazioni che scoprono gli altarini, con l’aggiunta di avere riagganciato Fini e Casini, ridiventati difensori del capo; anche le due attricette ci hanno guadagnato, perchè si è parlato di loro e sono diventate argomento di discussione (chi glielo avrebbe mai detto !!), ora hanno tutti i numeri per aumentare le richieste (altrimenti fanno cadere il governo !!!!); anche l’ignoto (ma non troppo) senatore del centro sinistra con il quale il padrone "era in trattative", esce dall’anonimato da "peone" per diventare elemento determinante per la tenuta di un governo, anche se avrebbe barattato la volontà popolare che lo ha eletto con i transitori piaceri dell’alcova.
Tutti, tranne il povero Saccà; lui rimane l’unico invitato a passare alla cassa, non per riscuotere, ma per pagare le tasse dovute per godere della patente di "pirla".

Rosario Amico Roxas(raroxas@tele2.it)



Giovedì, 27 dicembre 2007