Pietà per i morti.

di Rosario Amico Roxas

Quando accadono eventi drammatici come quello nel quale è morto un giovane, colpevole di trovarsi nella traiettoria di un proiettile malauguratamente sparato da un poliziotto, il ruolo della opposizione ad un qualunque governo, diventa facile e opportunistico.
Comunque si decida può diventare argomento di attacco e di critica; così non si sarebbe dovuto consentire il prosieguo del campionato, ma se fosse stato fatto, con conseguenze forse ancora più gravi, allora gli alti lai si sarebbero levati per condannare tale interruzione.
Questo accade perché non esiste una maggioranza ed una minoranza, ma un governo ed una opposizione che dal primo giorno successivo alle elezioni urla richiedendo le dimissioni del governo, quotidianamente, ossessivamente, con slogan martellanti, accuse generiche prive di motivazioni, ma solo richieste di dimissioni…dimissioni, perché ignora il ruolo della minoranza in democrazia e gioca il ruolo dell’opposizione.
Una valutazione va fatta, una analisi va elaborata, non fosse altro che per far comprendere che il gioco è ormai chiaro e sfrontato che non si perita di sfruttare qualunque evento pur di proseguire nell’itinerario del discredito; incapaci di fermarsi neanche di fronte alla morte di un giovane, che anzi promuove un comportamento che non sui può definire altrimenti che sciacallaggio.
Nel telegiornale di canale 5 alle 13, con un viso affranto e ipocritamente contrito, Cicchitto comunicava che il povero morto era un militante di FI, aprendo la strada per le più meschine elucubrazioni politiche.
L’evento tragico va condannato senza tentennamenti, ma ancora più grave è servirsi di una tragedia, di un morto, di un evento luttuoso per la famiglia e per tutte le persone dotate di un minimo di pietà cristiana, per scatenare un odio sopito, ma tenuto sempre acceso, pronto ad esplodere al comando di una non più celata o celabile regia.
Poche ore dopo il tragico evento era già pronto, cucito, scritto lo striscione “Amato dimettiti”, come se non aspettasse altro che di essere tirato fuori.
Da Montecatini echeggiavano le invettive berlusconoidi che indicavano nei magistrati che accusano Dell’Utri i soli che dovrebbero essere recuperati alla società; echeggiava la difesa di Mangano, il mafioso di Arcore, descritto come un semplice autista che accompagnava i figli a scuola, magari con un incarico "di fiducia", ufficialmente in nero !
Nessun accenno al successo di polizia e magistratura che in Sicilia stanno decapitando la piovra, con l’arresto, non preventivato, di Lo Piccolo, boss di collegamento tra la mafia americana e quella siciliana, con tutto quello che ne deriva.
Ma quell’arresto, ripeto convinto, NON PREVENTIVATO, sembra avere accelerato le grandi manovre per far cadere questo governo per riproporne un altro che promette di rappresentare uno “Stato leggero”, ma leggero con chi ?
La pianificazione para-militare delle manifestazioni di violenza dimostravano l’esistenza di una regia che perseguiva lo scopo di atterrire la popolazione. Così il placido Emilio Fede nel suo TG di canale 4 alle 19, metteva in evidenza il terrore che serpeggiava nella gente di fronte a quella violenza organizzata e ben orchestrata: missione compiuta e ben riuscita.
Tutti i terrorismi non operano contro i governi (quello lo fanno i resistenti che indossano anche una divisa riconoscibile)) ma contro le popolazioni, al solo scopo di determinare terrore e costringerli a invocare interventi di potere…, è così che va in rischio la democrazia; è già accaduto negli anni ‘20.
E per mettere in rischio la democrazia anche un povero morto, che merita pietà, serve allo scopo.

Rosario Amico Roxas



Giovedì, 15 novembre 2007