Politica
Per la sinistra della nonviolenza

di Stanislao Arditi e Oliviero Lorelli

1. Non come sommatoria dei delusi e degli scontenti, ma come illimpidimento ed approfondimento delle ragioni delle oppresse e degli oppressi, delle ragioni della giustizia e della liberta’, della responsabilita’ che riconosce e libera.

Non come cartello intergruppi o fuga in avanti o come presunzione avanguardistica, ma come consapevolezza sincera dei compiti dell’ora, e del valore e insieme delle insufficienze delle esperienze passate.

Come rottura e come eredita’. Rottura delle subalternita’ e fuoriuscita dalle ambiguita’. Eredita’ delle lotte e delle riflessioni delle correnti calde del movimento socialista e libertario, femminista, ecologista, antirazzista e antimafia.

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2. Il femminismo e’ il centro e il cuore della sinistra che si schiude alla nonviolenza e fa della nonviolenza la scelta e il criterio che costituiscono la "conditio sine qua non" della politica necessaria.

Il femminismo e’ la scelta decisiva su cui la sinistra della nonviolenza nasce.

O sara’ consapevole delle parzialita’ e del limite, della cura e dell’alterita’, o non vi sara’ la sinistra della nonviolenza.

O sara’ plurale e complessa perche’ riconosce che l’umanita’ e’ di due generi, o non vi sara’ la sinistra della nonviolenza.

O sara’ antipatriarcale, e quindi antimilitarista, antiautoritaria, antitotalitaria, o non vi sara’ la sinistra della nonviolenza.

Il femminismo e’ il centro e il cuore della sinistra della nonviolenza.

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3. Fermare la guerra e’ la prima urgenza.

Ma per contrastare la guerra e’ necessaria la scelta del disarmo, dell’antimilitarismo, la scelta della nonviolenza.

La sinistra della nonviolenza nasce per opporsi alla guerra, alle sue radici, alle sue logiche, alle sue strutture.

La sinistra della nonviolenza o chiama ad opporsi alla guerra che sempre consiste dell’uccisione di esseri umani, o non esiste.

La sinistra della nonviolenza e’ l’antitesi della barbarie della guerra. E cosi’ come la guerra porta l’autoritarismo, la sinistra della nonviolenza e’ radicalmente democratica ed egualitaria; cosi’ come la guerra porta la distruzione delle relazioni e della natura, la sinistra della nonviolenza costruisce relazioni e difende la natura; cosi’ come la guerra uccide e umilia, la sinistra della nonviolenza salva e degnifica.

L’opposizione alla guerra e a tutte le strutture ad essa connesse (e tra esse: le dittature, i terrorismi, le organizzazioni criminali, cio’ che e’ inteso a opprimere, ricattare, assassinare) e’ il primo impegno della sinistra della nonviolenza.

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4. Ma oltre l’impegno contro la guerra urgente e decisivo e’ l’impegno contro la devastazione della biosfera.

E poiche’ la devastazione della biosfera e’ in corso a ritmi sempre piu’ accelerati e con esiti sempre piu’ catastrofici, e’ indispensabile che la sinistra della nonviolenza faccia dell’impegno ecologista il terreno decisivo del suo agire quotidiano.

La sinistra della nonviolenza o e’ ecologista o non e’.

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5. Ma la sinistra della nonviolenza e’ innanzitutto sinistra, la sinistra adeguata alla sfida di questo inizio di millennio.

E’ quindi erede e inveratrice delle lotte delle oppresse e degli oppressi per il riconoscimento dell’eguagianza di dignita’ e diritti di ogni essere umano.

Non scrive i menu per i ristoranti dell’avvenire, ma e’ il movimento reale che contrasta l’orrore presente, difende l’umanita’ e la casa comune, si sforza di preservare la civilta’ dalla barbarie, ha a cuore la vita, la dignita’ e i diritti di ogni essere umano. Chiama per questo le oppresse e gli oppressi alla lotta, chiama alla lotta ogni persona di volonta’ buona.

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

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Numero 430 del 19 aprile 2008



Sabato, 19 aprile 2008