Politica - Dibattito
Gli italiani hanno paura ?

di Rosario Amico Roxas

«Ho paura, io ormai mi preoccupo per tutti gli italiani, per le persone normali che potrebbero essere arrestate in qualunque momento, se venisse riservato loro lo stesso trattamento che è stato adoperato per mia moglie».

Queste le parole conclusive di Clemente Mastella nella sua giornata a Ceppaloni, circondato dai fedelissimi. Continua ad emergere, anzi si fa esaltante, la tecnica difensiva che si svolge fuori dalle aule dei tribunali, alla ricerca delle corde sentimentali da pizzicare con sapienza.
Si tratta di una "difesa preventiva" contro l’eventuale processo, non contro le accuse, già ampiamente collaudata dal capostipite degli indagati, il quale arriva ala processo quando i termini sono stati fatti scadere attraverso lungaggini da Procedura Penale, materia nella quale gli avvocati sono diventati maestri, scansando, abilmente, le norme del Codice Penale.
La teoria a monte sarebbe quella che afferma:
"Ho preso i voti, come vi permettete di giudicarmi ?", fraintendendo e miscelando giustizia con politica, riconoscimento clientelare con pretesa impunità.
Accettare che la propria condotta possa passare dalle forche caudine del controllo, in nome e per conto del popolo italiano, è un itinerario respinto a monte, come se quel manipolo di elettori che sostiene questo o quel politico, abbia sancito anche il diritto alla impunità.
Così non bastano più le modificazioni alle leggi esistenti che favoriscono solo quanti hanno maturato la tendenza a delinquere (depenalizzazione del falso in bilancio, accorciamento dei termini di prescrizione, rogatorie internazionali, mandato di cattura internazionale, etc.etc.), non bastano più perché le ipotesi di reato tracimano oltre gli argini pre-costruiti, per cui si promette una modificazione strutturale dell’intera magistratura, affinchè possa rimanere stritolata dentro gli ingranaggi che difendono gli imputati dai processi.
La difesa che si è organizzata Mastella mobilitando i ceppalonesi fedelissimi si accosta ai festeggiamenti di Cuffaro dopo la sentenza che lo riguardava; ha distribuito i famosi "cannoli" siciliani, invitando i presenti a gioire con lui per essere stato condannato "solo" a cinque anni di reclusione, con una sentenza che lo assolve dalla partecipazione organica alla mafia, ma gli riconosce la spensierata informazione ad un mafioso verace di essere sotto controllo e, quindi, sollecitandolo ad essere prudente, vanificando le indagini di quella magistratura che si promette modificare strutturalmente.
Mastella, adesso, ha paura per gli italiani; ma gli italiani hanno paura ?
E quali paure nutrono gli italiani ?
La gran parte del popolo ex-sovrano, non ha paura della magistratura "Male non fare e paura non avere", non teme controlli telefonici, dorme tranquillo la notte senza l’ansia di uno squillo alla porta.
Gli italiani hanno altre paure;
• hanno paura di andare a lavorare in fonderia perché un incendio li brucia vivi;
• hanno paura di lavorare al porto perché possono soffocare nelle stive delle navi e le bombole di ossigeno che potrebbero salvarli sono vuote;
• hanno paura dei cantieri edili privi dei mezzi di protezione;
• hanno paura dell’aumento dei prezzi per cui non sono più in grado di soddisfare le esigenze primarie dei figli;
• hanno paura di una casta di pubblici amministratori che legifera solo per rendersi intoccabile, mentre fanno man bassa di quel poco che resta di un patrimonio che appartiene a tutti;
• hanno paura per il futuro dei figli, sempre più incerto, mentre i figli della casta gozzovigliano in godimento del nome che li accompagna.
Sono queste ,e altre del medesimo tenore, le paure del popolo ex-sovrano che continua a seguire i componenti della casta nella speranza di poter raccogliere le briciole del banchetto, perché senza il "protettore" di turno svaniscono anche quelle briciole.



Domenica, 20 gennaio 2008