Politica - Dibattito
Paroliamo?

di Renzo Coletti.

Leggo con molto piacere l’articolo di Doriana Goracci “Essere di parte” che rivela molto del sentire, forse non espresso, di molti di noi che vivono emotivamente il nostro tempo. Il vivere emotivamente è già un valore e saperlo trasmettere è un talento. Gli anni ci sfuggono tra le dita e rincorrono la nostra ombra. Sentimenti contrastanti, gioie e dolori sono l’accatastarsi delle parti in conflitto che ci nutrono e ci separano dalla realtà. Nuovi desideri frugano tra le rovine di un passato che non abbiamo compreso e siamo condannati quindi a rivivere. Ma perché ripeterci? Ancora un ruolo ci appare dovere e diritto, mentre l’ultimo bisogno è il primo che non abbiamo saputo saziare: “essere felici”. Illusionisti e farabutti costituiranno il nuovo governo che sentiamo ancora in dovere di eleggere. Ancora formule per illuminati e desideri per illusi dividono il cittadino nauseato, sbeffeggiato e raggirato, ma incapace di usare il suo vero potere e la sua forza d’opposizione alla perdita di ogni dignità. Inutili consigli si sprecano a favore di “parti” che chiamiamo sinistra, destra, centro, mondo laico, mondo cattolico, pensionati, famiglia, lavoratori e che rappresentano solo ed esclusivamente volontà di essere e volontà di vivere. Mille e mille forme sono volti e nomi che cercano spazio e tempo che ancora non li accoglie e non li sazia. Miti e progetti di Fede sono ancora parte e come tale saranno conflitto e speranza vana. Cosa può significare vivere la Fede? Tra questi articoli vedo una presenza Bahai che si definisce appunto non religione, ma Fede. Può esistere una Fede universale in un mondo dove vige l’individualismo e l’egoismo come massima crescita possibile? Globalizzare, mondializzare è superamento di un limite o creare un nuovo limite e una maggiore oppressione? Cosa crea il bisogno di nuove armi di distruzione di massa, cosa crea la necessità di tecnologie sempre più evolute e controllate da una oligarchia senza anima e cuore? L’esercito non è una invenzione del 2000 né un corpo estraneo alla nostra vita da millenni, ma cosa è cambiato in questo tempo che può essere in grado di favorire di un progetto mondialista? Forse è problema sindacale da risolvere? Ricette pacifiste sono presenti ovunque , un prete illuminato dialoga con la Madonna di Lourdes che diventa così di “parte” pure lei. Beh… se sino ad ora abbiamo scherzato, chi comincia a fare sul serio? Nel secolo scorso abbiamo vissuto due guerre mondiali, guerre civili in ogni dove, guerre tra popoli e etnie o scontri religiosi ancora in atto, ma quando ci decideremo a sparare su chi dà l’ordine di farlo? Cara Doriana, mi scuso per la confidenza, come vedi la “parte” è ancora il nocciolo della questione e continuerà ad esserlo sino a quando noi non smetteremo di sentirci tali. Personalmente ho una sola “parte”, si chiama Renzo e ascolta e dialoga con lui sino alla nausea, si contorce nelle viscere, si materializza in un pensiero e poi in azione, si evolve in una introspezione e riconosce l’altro che è persona come me e vuole essere parte del tutto come il tutto è parte di lui. Ecco che inizia un nuovo mondo. Una visione olistica è la prima lezione di sapere che dobbiamo imporci di condividere. Come? Iniziamo un modo di pensare alternativo: :nessuno ci può governare e nessuno deve sentirsi governato. Come? Semplicissimo; basta iniziare a pensarlo e quindi agire di conseguenza. La lotta partigiana ha insegnato una cosa che dovevamo ricordare e capire sino in fondo. Nel mondo della lotta civile e di liberazione, i capi erano naturali e non richiedevano imposizione, ma scelta. La vita è lotta continua e senza fine, una lotta che è istinto di sopravvivenza e negazione della morte nella consapevolezza di essere destino. Ma come si diventa lottatori e sprezzanti del pericolo? Sono un uomo nato al mare e nel mare ho iniziato il mio viaggio verso quell’orizzonte che è sogno, fantasia, speranza, libertà, istinto migratorio, amore per la conoscenza, desiderio di andare oltre e scoprire il mondo. Imparare a correre in una scogliera e rifugiarsi in una delle sue grotte è sentirsi respirati dal mare che senti gorgogliare o ruggire sotto i tuoi piedi. Un passaggio angusto, ma sufficiente per un corpo infantile, conduce in una grotta sottostante e ancora più giù, sino a quando il mare ti accarezza i piedi e gli occhi incontrano un raggio di sole prigioniero di un sorriso di spuma. La scuola vissuta come una parentesi è la consapevolezza di restare al margine della tua vita di bambino di strada e di villaggio di pescatori, resterà passato senza influenze negative e oppressive. La chiesa era per me solo uno strumento musicale che amavo ascoltare e su cui concentravo la mia attenzione.
Quindi la prima cosa che noi cittadini dovremmo chiedere è una scolarizzazione capace di rendere autonomi e liberi da strumenti oppressivi e indottrinamenti di ogni tipo. Saper scegliere è essere emotivamente adulti e criticamente maturi. Un bambino libero è una promessa per una società libera. La famiglia è il secondo obiettivo da centrare, unita alla partecipazione sociale nell’ambito territoriale di appartenenza. La comunità può essere così cultura e formatrice di carattere personale, appreso nella condivisione di un progetto sociale. Il suono può essere molto formativo e la musica è nutrimento dell’anima e del pensiero elevato artisticamente nella creazione della società armonica e gioiosa. Un linguaggio può essere ricchezza e contenuto, come può essere il nulla sostanziale dei nostri giorni. Oggi per esempio, vi è una cultura quasi esclusivamente visiva e l’udito è trascurato e sofferente in un rumore di fondo impressionante. Una mente sana non può esprimersi se non esiste un habitat ecologicamente profondo che eleva lo spirito e l’intelletto. Nessun partito politico ha vissuto senza una base che lo sostiene, nessuna organizzazione sindacale può esistere senza lavoratori che la formano e la dirigono: cosa è dunque successo per ridurci in questo stato? Ancora la “parte” ci inchioda nel pensiero e nell’azione. Pensare in grande, pensare globalmente come può essere compatibile con più sindacati e un’infinità di partiti in apparente opposizione? I lavoratori tedeschi o francesi sono uomini o manichini? Perché una lotta in comune, come in comune subiamo l’oppressione non può svilupparsi e incidere sulla realtà? Forse dimentico che esiste l’elettore cattolico o laico e quindi esiste il lavoratore laico e cattolico? Quegli operai bruciati vivi a Torino, saranno stati cattolici e “Cislini” o comunisti e Cigeillini? Il precariato è forse Buddista? La pensione è concetto islamico? La sanità è di sinistra o di destra? Il padrone da che parte sta? Mentre attendiamo che un esercito pacifista e sindacalizzato ci salvi dalla terza guerra mondiale, vediamo di non farci maciullare come al G8 di Genova da forze sindacalizzate e corporatizzate da anni!
Riuscite ad identificarmi in un partito? Provateci, vincerete un premio di consolazione. No! Nel giuoco delle “parti” non c’è e non può esserci vincitore. Nessun voto e nessun partito o sindacato condurranno ad un mondo migliore e una vita gioiosa e serena. L’Uomo, al contrario di quanto ci viene insegnato e ci appare, non è aggressivo e oppressore dei suoi simili, ma sono le condizioni sociali e l’habitat soffocante e al limite del crollo strutturale che lo rendono alienato e privo di scrupoli, egoista come un bambino bisognoso di affetto senza capacità di chiederlo e donarlo. L’unica risposta è dunque, come direbbe Gregory Bateson, nella struttura che connette, lo studio e l’apprendimento pratico della comunicazione in ogni sua forma e concezione. L’Uomo che si identifica nel tutto, conosce la natura e gli animali del suo mondo e dialoga con qualsiasi realtà di cui è parte. Questo è l’unico partito e l’unico sindacato o l’unica Fede che può garantirci un futuro che stiamo per lasciare alla nuova forma di complessità che sarà il nuovo essere intelligente che guiderà la terra e forse il sistema solare. Stiamo viaggiando inesorabilmente verso l’abisso e la catastrofe. Pochi sono i veri padroni e i veri governanti, ma non appaiono ed è nella loro mimetizzazione che riescono a dirigere e governarci. Pochi saranno coloro che li smaschereranno e a cui è affidato il compito di riscattarci e riacquistare una dignità perduta. Non c’è parte da seguire o votare, non c’è verità da condividere, non c’è colore da privilegiare, né razza da esentare, ci sono solo impegno, e l’ottimismo della volontà come fiaccola dell’utopia da sostenere e donare a chi si sente di poterla trasmettere ad un nuovo essere umano che sarà l’Uomo del terzo millennio.
A voi la scelta.

Renzo Coletti.




Domenica, 30 marzo 2008