Omertà, legge dello Stato

di Rosario Amico Roxas

L’omertà di stampo mafioso, viene elevata a legge dello Stato. Quell’omertà che valse al mafioso, pluriomicida Mangano, condannato a due ergastoli, la medaglia al valore di “eroe della patria”, entra di diritto fra i principi portanti del codice penale, magari in attesa di una modifica costituzionale per elevarla al rango di norma costituzionale.
Crollati tutti i simboli delle ideologie che hanno fatto l’Italia, dalla falce e martello allo scudo crociato, dalla foglia di edera al garofano, dal tricolore liberale alla fiamma della politica sociale, adesso viene accolto un nuovo stemma che rappresenta bene la dimensione di questa italietta accomodante, furba, superdivisa, con reminiscenze razziste; uno stemma che unisce tutti dalle valli del trentino e dell’Aosta alle saline del trapanese, un simbolo chiaro, notissimo, universale, che distruggerà l’Italia e che ci identifica per quello che siamo e per quello che ci apprestiamo a diventare: NON VEDO, NON SENTO, NON PARLO, sintetizzato dalle tre scimmiette che riassumono il futuro che ci aspetta.
I PM, parlo dei superstiti, perchè quelli morti ammazzati sono considerati “eroi” come Mangano, ma solo perchè non possono più nuocere al potere, gli altri, i sopravvissuti, dovranno trascorrere il loro tempo tra una visita psichiatrica e l’altra, e nel tempo disponibile dovranno recarsi, perentoriamente con il “cappello in mano”, dal magistrato incaricato dal governo, per chiedere l’autorizzazione a proseguire le indagini.
Così un’ulteriore divisione: colpevoli per identificazione politica e innocenti per legge.
“Direbbe Cicerone: “Fino a quando, $ilvio, abuserai della nostra pazienza ?”, che in romanesco attuale diventerebbe “ A $ilviè, quann’è che ccia finisci de rompe li c....i”



Domenica, 08 giugno 2008