Obiezione professionale

di Doriana Goracci

E’ davvero singolare questa obiezione medico- professionale tutta italiana, che lascia la libertà di non agire per propria sensibilità etica. Mi sono chiesta io che per 31 anni sono stata al servizio di centinaia di clienti di una banca a curare i loro affari e risparmi, se avessi dovuto fino al 2004 ultimo anno di lavoro, fare obiezione, oppormi ad esempio a certe gabelle che sapevo ben leggere tra le minute parole dei contratti o alla truffa legalizzata di certi cosiddetti "prodotti". Credo ci sia una regola a cui tutte e tutti si debbano attenere, che è quella di svolgere consapevolmente il proprio lavoro, cosicchè mi sembra impossibile che un lavoratore di una struttura pubblica come l’ospedale, possa sottrarsi a svolgere bene e con cura e sopratutto onestamente il suo compito come ad esempio applicare l’interruzione di gravidanza, quando se ne presenti l’occasione, previsto nei tempi della legge 194 e nei modi, favorendo metodi non cruenti.

Ma andiamo avanti, stamattina ascoltavo la radio, Rai tre come mio solito e di prima mattina per l’ascolto della stampa estera e poi quella nazionale ed ecco che, a proposito di donne uomini e ruoli, sento una pubblicità che nella mente dei dirigenti Rai deve essere parsa molto accattivante.

Si annuncia un Gr Economia e si dà la parola all’inviata, questa dal suo posto d’inchiesta- un mercato- riporta i prezzi delle melanzane patate e pomodori registrando con parole tecniche, come quelle usate in borsa, i movimenti degli stessi: ma ecco che si chiude bruscamente il contatto e una sobria voce maschile, quella precedente all’intervistatrice, rassicura gli ascoltatori di non preoccuparsi che non è quello il fare la Rai e di partecipare attivamente alla stessa e sopratutto raccomanda e ricorda il pagamento del canone.

Ecco allora che io obietto, voce del verbo obiettare, rivendico la mia opposizione con le mie ragioni e non perchè questo prevede il mio contratto di lavoratrice o consumatrice di servizi, è solo un mio diritto seppure inascoltato: ma con chi e dove obietto ?

L’economia e la finanza come sono trattate dalla stampa e dai media italiani è triste constatazione di tutti: nessuno o meglio pochi capiscono gli affari tra banche e assicurazioni e potere governativo, sembra essere assolutamente slegata e indecifrabile la vita comune dei cittadini da quella dei risparmiatori o debitori che essi spesso sono. Non si conoscono le origini e le ragioni degli spostamenti di prezzo delle merci, comprese quelle che servono alla nostra alimentazione. Le interviste dirette, altro non sono che trovare il mercatino più prossimo per la troupe della sede di quella città, per fare banali domande ai pensionati tra i banchi. Eh già, ormai il polso della situazione lo hanno gli anziani e le donne straniere che lavorano per quelle residenziali: sono tra i soggetti che possono ancora girare la mattina per mercati e comprare a buon prezzo e scegliere con le proprie mani e la propria tasca.

Chi diceva "meno Stato più Mercato", il liberal-ritrasformista motto?

Non fanno obiezione i lavoratori dell’informazione nel darci le notizie, nei tempi nei modi e nella sostanza consigliate dai loro direttori, non fanno obiezione gli insegnanti nel dare e fare cultura, non fanno obiezione i politici...

Ma teoricamente obiettiamo tutti qualcosa e avremmo voglia non di bisbigliarla ma di gridarla con forza.

Ecco io mi chiedo se ci possiamo fermare a riflettere,se ce lo possiamo permettere e chi blocca la nostra crescita e consapevolezza culturale per farci arretrare e sprofondare tutti nel pozzo della dimenticanza.

Da sopra e da sotto la corruzione corre sui fili della comunicazione come nel caso Wind-Enel, in occasione delle elezioni ci si ricorda dell’evasione fiscale e dei politici che conoscono il paradiso accogliente e noi lì, appesi al solito chiodo. Una telecamera fissa riprende sempre, spia molto spesso il nostro tragico cammino quotidiano, dicono per la nostra sicurezza. A quando la ribellione?

Doriana Goracci



Venerd́, 29 febbraio 2008