http://reset.netsons.org/modules/news/article.php?storyid=1082 In quellostinato ricordare di mia madre che il suo di padre , quello che mi era nonno, aveva nascosto per un anno a casa
quattro ebrei, un piccola famiglia, fu il leit motiv che distoglieva dal rendere conto del nonno fascista. Che ne sapeva
mio nonno nato a Tripoli del fascismo, che ne sapeva lui che pensava che quello era patriottismo, lui nato e vissuto da due
generazioni in Africa? A me questo dicorso non andava giù, non capivo perchè gli altri due di nonni ben più modesti,
facevano la croce sulla falce e martello e poi mio padre era o non era stato un partigiano? Tra i suoi racconti assai tristi dei fatti dUngheria e quelli da brivido della guerra di mia madre, mi tenni per parecchi
anni prudentemente nel mezzo, non certo come una democristiana ma come una qualunque ragazza anni 50, una che non ha fatto
la femminista ma il 68 si, tutto intero.
Mi sono trovata nel 2001 rimbalzata, un bel salto prima della terza età. Due di esse, le età, le avevo già quasi del tutto
passate. Dopo trentanni al servizio del pubblico, lavorando in borsa , ho ritrovato quella genuina intuizione che lEspresso anni
60, era per me nel suo mega formato- inserto economia, ottimo rivestitore per la pattumiera, "robba sporca". Conservavo il
paginone della "cultura", il teatro, il cinema , larte... Dovetti, dopo un battesimo tardivo nel partito del Prc, ritornare sui passi di mio padre per capire che non cè nessun
potere dalla parte del cittadino e cinque anni di tessera erano stati più che sufficenti. Ritrovo tutto intatto il fascismo, in versione sempre più di moda, quella che oggi si chiama tendenza. In breve tempo sono venute a mancarmi le compagne, i compagni , la lotta comune, mi trovo improvvisamente come unisolata
interprete di una banale resistenza. Mi accorgo che non ho più voglia di sorridere e forse neanche di sognare. Mi accorgo che ho lottato in questi anni, che ho fatto tante volte una scelta, in termini personali e collettivi, che ho
pagato per essere coerente e sincera, libera e non ingiusta. Mi tornano allora alla mente i racconti, quelli dei giorni della Liberazione, quando mio padre uscì allo scoperto e tornò a
parlare con gli amici al bar e poi non più, neanche quello... Mi tornano alla mente i racconti, quelli dei giorni della fuga, quando mia madre venne via profuga e tornò a parlare con le
ragazza italiane e poi non più, neanche quello... Mi tornano alla mente le assemblee alluniversità, la musica e i figli dei fiori, i cortei duri e pesanti a via del Corso,
le proteste a largo Chigi, mentre io fremevo a prendere gli ordini di borsa alla Banca Commerciale, mi tornano alla mente
la voglia di tornare a casa per sempre, di non andare più al lavoro e lasciare invece lItalia per sempre, mi tornano alla
mente i figli che mi riportano per la strada ed io che mi appassiono a quella lotta, mi dicono che un altro mondo è
possibile, e io ci credo, poi mi ritrovo, in un tempo senza tempo, a sentirmi molto sola come stasera a sentire parlare di
giornalismo e libertà in televisione , a scrivere qui su un pc, un po smarrita e un po amara, senza voglia di festeggiare
niente e nessuno, profuga e straniera. Ero a pranzo oggi con unamica , un po avanti con gli anni come me, una che mentro io venivo a vivere in paese, lei andava
in città, non per piacere ma perchè il marito ha trovato un portierato e loro avevano dovuto vendere casa perchè non ce la
facevano più... Cerco le parole giuste che definiscano questi tempi nuovi e mi escono dalle labbra, parole che mi
sembravano antiche, trasmutate in altro.E invece eccole riemergere le antiche parole di sempre: fascismo , repressione,
potere , libertà e giustizia in fuga, come la pace che non cè e non te la regala nessuno. Il 17 novembre torno a Genova: dove avevo capito che la storia siamo noi.
Ma non basta per ritrovare il gusto per la vita, quello che mi avevano insegnato quando ero piccola sempre in mezzo tra i
racconti del Rex che affrontava il mare tra LAfrica e lItalia e il carro che portava ai campi a mezzadria e anche i
bambini avevano una falce , piccola, nella mani.
"Vissi darte, vissi damore Non feci mai male ad anima viva!" cantarellava la Tosca di una nonna e laltra rispondeva con
la sua Pia de Tolomei onesta e sgherra che : "Si sospenda la guerra e si soggiorni.Termino il canto e chiudo i versi
miei". Dicevano che chi semina raccoglie ma le stagioni sono diventate piene di imprevisti: dicono che il clima è cambiato. Doriana Goracci
Venerd́, 09 novembre 2007
|