Non gioco più: ME NE VADO...

di Doriana Goracci

Se qualcuno di voi da piccolo o da grande ha bazzicato i mercati, avrà avuto modo di sentire questo ritornello del " me ne vado" fatto dall’imbonitore , che mano a mano che passano le ore e i clienti si diradano, diventa un ricattatore: lui minaccia che di lì a poco non ci sarà più e tu rimarrai a mani vuote.

Quando tra due persone non funziona più, e vi sarà capitato anche questo, è una delle frasi più ricorrenti: "ti lascio e me ne vado".

Una frase che può permettersi una soubrette, una prima donna, un politico, una cantante come Mina

Uno che non ce la fa più, come ci racconta magicamente Remo Remotti

Di fatto nella politica italiana assistiamo ad un susseguirsi di ventilati me ne vado, me ne vado da destra a sinistra, da sinistra a destra, avvertono: se verrà a mancare uno arriverà l’altro. Mi alzo e me ne vado l’hanno detto in parecchi e pochi l’hanno fatto

Non se ne vanno neanche dai paesi dove hanno portato la pace perchè c’era la guerra, dicono che se vanno via non ci sarà democrazia e legalità, non ci sarà sicurezza e progresso.

Il ministro degli esteri dice: "Andare via dall`Afghanistan non è un atto politico, ma la rinuncia a esercitare il nostro ruolo politico che ci isolerebbe in Europa e nel mondo" o come dice G.W. Bush, " la guerra continua. Perché non può che essere così, andare via ora dall’Iraq sarebbe un disastro".

Il ricatto del me ne vado è una forma di potere che si esercita, condita dalla minaccia della punizione, su chi ci è vicino. Il ricatto è sentimentale lavorativo famigliare politico in ogni caso, se ricatto è, è perchè avviene tra due soggetti che si prestano anche allo scambio di ruolo, e reiterano nel tempo l’odiosa frase "ti lascio e me ne vado" Abbiamo paura di far soffrire l’altro, di non mantenere la pace, di prenderci responsabilità, troviamo giustificazioni. Forse abbiamo molta paura di rimanere soli e di essere disapprovati.

" Alla prossima che fai ti licenzio e te ne vai..." questa frase si ripete nel tempo sopratutto se siamo riusciti ad essere dei lavoratori trasognati e fortunati come il signor Bonaventura con sotto il braccio un milione, scusate, mille euro.

E da ricattati ci illudiamo di diventare ricattatori, come dire da violentati a violentatori e il sogno prosegue sperando di poter affermare prima o poi: " non ti preoccupare appena posso me ne vado…".

E così, non solo Loro non se ne vanno mai ma neanche noi ce ne andiamo via.Tranne che decidere di spegnere la luce e annunciare al mondo: "Io me ne vado...a letto" o il mitico "me ne vado...in ferie".

Si arriva ai giorni nostri, quelli del Vaffa. Così è, anche se non mi piace. Doriana Goracci

ricordi on line:

23.11.2002 Bossi:"o si approva la devolution o me ne vado"

12.3.2006 Berlusconi all’ Annunziata: "mi alzo e me ne vado"

30.6.2006 Cesare Salvi "Subito il congresso o me ne vado"

Luglio 2006 No, caro Direttore, il problema è che me ne vado via. Poi, potrà succedere quello che succede. Io non ho mai fatto niente di male. Io non ho mai preso nessuno"". dai verbali del sequestro Abu Omar

24.1. 2007 L`attaccante del Benfica Fabrizio Miccoli si e` sfogato: `Se qui non mi vogliono, io me ne vado`

17.3.2007 intervista al Ministro Di Pietro

«L’Udeur rappresenta quell’area moderata alla quale guardiamo anche noi. Semmai ha una caratteristica che ne squalifica l’azione: il continuo uso del ricatto. Non si può dire o fai così o me ne vado, o fai cosà oppure passo di là. Non si può andare a letto con il migliore offerente».

30.5. 2007 Il premier: ’’Basta liti o me ne vado’’.

21.7.2007 all’alba l’aut aut del premier " O firmate o me ne vado"


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Mercoledì, 03 ottobre 2007