Non siamo ancora nel 72 d.$

di Rosario Amico Roxas

Per quanti avessero voglia di dimenticarlo, siamo nel 2008 d.Ch.; imitazioni blaterate per convenienza o per opportunismo non modificheranno la data nel 72 d.$.

L’dea del balcone è stata dismessa, forse troppo rischiosa e difficilmente accettabile da quel PPE dentro il quale si vuole forzare buona parte dei colori dell’arcobaleno.

L’idea del balcone è sempre stata in cima ai pensieri del cavaliere, ma non gli è stato consentito l’usufrutto; ma un mezzo espressivo, trutto suo, doveva pur reperirlo…!

Nel momento più acuto della sua inventiva non trovò di meglio che un predellino di un’auto dal quale sconvolgere la storia, la politica e la cronaca dell’Italia.

Il passaggio dall’aspirazione al balcone alla realtà del predellino non poteva essere definitivo, troppo mortificante, doveva trovare di meglio.

Allora una finestra.. anzi LA finestra, ce n’è una che lo attira, ma gli hanno spiegato le tante difficoltà per conquistarla; tra l’altro sembra che non sia neanche in vendita.

Allora ha iniziato l’itinerario per conquistare il diritto ad una finestra tutta sua, come simbolo di un radicale mutamento anche dialettico. Ha cominciato con le lusinghe e le personali ambizioni: “Voglio passare alla storia come statista”, cioè come colui il quale non bada alle prossime elezioni, ma guarda con interesse alle prossime generazioni.

E’ credibile che non guardi alle prossime elezioni, di quelle non gli importa più nulla, gli interessavano queste, con i presumibili cinque anni che dovrebbero seguire (Lega permettendo); alle prossime elezioni penseranno quelli che restano, lui in cinque anni sistemerà tutto ciò che gli interessa.

E’, invece, preoccupante, il suo interessamento alle prossime generazioni, che saranno già compromesse dalla costruzione di un inutilissimo ponte che sancirà l’alleanza generazionale tra i professionisti della politica e i professionisti del crimine organizzato, il tutto per i prossimi 50 anni, tanto durerà la costruzione, con un costo di 50 miliardi di euro, tanto costerà alla fine (quando e se ci sarà una fine). E’ preoccupante il suo interessamento perché fa temere ulteriori invenzioni in grado di compromettere ulteriormente le generazioni che seguiranno; lui le sue generazioni future le ha ampiamente sistemate, eliminando, financo, ogni ipotesi di pagamento di tassa di successione, ma gli altri abbiamo di che preoccuparci.

Dalla sua immaginaria finestra ha parlato anche di pacificazione nazionale, e, per cominciare, vuole l’abolizione dei festeggiamenti del 25 aprile, magari sostituendolo con il 13/14 aprile, e magari modificando la numerazione degli anni con un più attuale e chiarificatore 72 d.$.

Il buonismo trasuda da ogni parola, diventata conciliante, permissiva, promettente, al punto di farcelo apparire affacciato ad una finestra mentre arringa la folla, quella folla che sta al centro dei suoi pensieri e del suo sviscerato amore.

Già, la folla, il plauso, lo standing ovation, il consenso, mentre un quesito monta sulle labbra della sterminata platea…: “Chi è quell’uomo vestito di bianco accanto al cavaliere Berlusconi ?”

Rosario Amico Roxas



Lunedì, 28 aprile 2008