Dibattito politico
Non c’è limite al ridicolo

di Rosario Amico Roxas

E’ l’affermazione con la quale il divertente on. Cicchitto ha commentato la querela dell’on. Di Pietro al cavaliere per le
esternazioni espresse in una delle più melense puntate di Porta a porta. Fu lo stesso Bruno Vespa, interrompendo il
monologo calunnioso e poco cavalleresco, a prevedere il ricorso alla magistratura per le gravi offese pronunciate da
Berlusconi contro DiPietro.

Ha avanzato l’ipotesi di una laurea illegale o incerta, ma in ogni caso procuratagli dai servizi segreti, citando financo
date degli esami che sarebbero state discordanti, a dimostrazione di un accanimento di ricerca che ha svolto o fatto
svolgere. Una lunga filippica senza contraddittorio, in assenza dell’interessato, non in grado, quindi di contrastare le
accuse. Esattamente in analogia con le accuse rivolte a Travaglio per avere detto ciò che risulta a carico del presidente
del Senato Schifani e cioè la frequentazione e la partecipazione azionaria in aziende mafiose e con mafiosi successivamente
condannati.

In quel caso la querela venne ritenuta giusta e doverosa, in analoga circostanza, la querela di Di Pietro viene reputata la
prova “che non ’è limite al ridicolo”.

Ecco che mi ritrovo a concordare con l’esimio on. Cicchitto: in Italia non c’è più limite al ridicolo, ma non per la
querela di Di Pietro, che avevo auspicato e che mi auguro venga condotta avanti senza i rinvii tanto cari al cavaliere; non
c’è limite al ridicolo quando si guarda la composizione del governo con la nomina di personaggi che riescono solo a
suscitare ilarità per l’incarico che sono chiamati a svolgere:

Calderoli dovrebbe semplificare la legislazione italiana, dopo aver dato prove di altissima capacità nello stilare la legge
elettorale da lui stesso definita una porcata, evento che è meglio non commentare per l’igiene;

Bondi ministro dei beni culturali, evento che è meglio non commentare per carità di Patria;

Carfagna ministro delle pari opportunità e Brambilla sottosegretario al turismo in attesa di promozione a vice ministro,
evento che è meglio non commentare per pudore;

poi tutta una serie di nomine estemporanee per soddisfare appetiti mai sopiti, eventi che è meglio non commentare per non
bloccare la digestione.

E’ questo il ridicolo nel quale annega la nazione e che ci viene svergognato all’estero dove l’unanime commento al nuovo
governo riguarda la presenza “del più bel ministro”, esposto in tutte le salse calendaristiche dove documenta le uniche
capacità di cui dispone.

Solidarietà a Di Pietro e massimo sostegno; il parolaio Berlusconi merita una prima lezione; nella speranza che opportunità
valutate da Veltroni per mantenere un’apertura al dialogo che gli elettori del PD non vogliono, non dovessero costringerlo
all’usuale “tarallucci e vino”

Rosario Amico Roxas



Lunedì, 19 maggio 2008