Il metodo politico

di Rosario Amico Roxas

La corruzione, il falso, le menzogne, le truffe e le tentate truffe, da metodo imprenditoriale è stato trasportato di peso a metodo politico.
Così come la comunicazione politica ha ricopiato i metodi dalla pubblicità, attraverso slogan e abbandonando i messaggi concreti, anche il metodo di approccio è stato rilanciato secondo gli usi e i costumi di una imprenditorialità lercia e marcia fino al midollo.
Ovviamente adesso il cavaliere, indagato per reati a lui ben noti, punta il dito accusatore contro la magistratura comunista che si permette di indagare su precisi reati, i quali, però, poiché sarebbero stati commessi dall’intoccabile Berlusconi, non possono e non devono essere valutati, incriminati, formalizzati come reati e giudicati, almeno fino a quando lo stesso non riesca ad appropriarsi della impunità prevista per il presidente del consiglio, che lo stesso Berlusconi aveva provveduto a sancire legalmente con l’anticostituzionale lodo Schifani.
Mi fa ricordare le prigioni dei piccoli staterelli dell’America Latina, sempre oggetto di colpi di Stato e di rivolte di palazzo. Ad ogni cambiamento rivoluzionario del potere, il nuovo capo di Stato provvedeva a migliorare le condizioni di vita delle carceri, fino a farle diventare luoghi ameni di villeggiatura, giacché sapevano benissimo che ci sarebbero andati a finire, primo o poi (ma più prima che poi). Anche Berlusconi ha messo le mani avanti per garantirsi una impunibilità che lo elevi al di sopra dei cittadini, in quanto: se “la legge è uguale per tutti” per lui deve essere il meno uguale possibile.
Ma tutto ciò ancora non basta per ributtare questo personaggio nella gogna del malaffare; non basta se è vero, come è vero, che ancora gli vengono spalancate le porte della trattative, affinché possa imporre formule legislative in grado di permettergli di continuare a farla franca e di rientrare nella tanto cara “stanza dei BOTTINI”.
Sono ormai 18 mesi che indichiamo queste cose, ben sapendo il marcio che emerge, ma che non si vuole vedere; ma una domanda non trova risposta e nessuno osa minimamente tentare di darne una: “Per quale motivo Berlusconi è disponibile a spendere del suo, che a suo dire sarebbe frutto di onesto e faticoso lavoro, a suon di miliardi di euro, per riacquistare la poltrona di presidente del consiglio ?”
Vorrei tanto che qualcuno mi dicesse che lo fa per “amor di Patria”, sarei sicuro di avere incontrato l’idiota del villaggio.

Rosario Amico Roxas(raroxas@tele2.it)



Venerdì, 14 dicembre 2007