Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli@wooow.it) per questo intervento. Biografia Giulio Vittorangeli
Viviamo unepoca difficile, di "orrorismo", come la definisce Adriana Cavarero; in cui lelemento dilagante e la deumanizzazione. Eppure non siamo nei tempi oscuri di cui scriveva Bertolt Brecht; quelli in cui era negata qualsiasi forma di gentilezza.
"Voi che sarete emersi dai gorghi dove fummo travolti pensate quando parlerete delle nostre debolezze anche ai tempi bui cui voi siete scampati. Andammo noi, piu spesso cambiando paese che scarpe, attraverso le guerre di classe, disperati quando solo ingiustizia cera, e nessuna rivolta. Eppure lo sappiamo: anche lodio contro la bassezza stravolge il viso. Anche lira per lingiustizia fa roca la voce. Oh, noi che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza, noi non si pote essere gentili. Ma voi, quando sara venuta lora che alluomo un aiuto sia luomo, pensate a noi con indulgenza".
(Da Bertolt Brecht, "A coloro che verranno", nelle Poesie di Svendborg, traduzione di Franco Fortini).
Ogni giorno, mentre dilaga la violenza contro gli inermi, diventa sempre piu difficile il gesto elementare della pieta e della cura dellaltro. Cosi scolorisce la consapevolezza dellinterdipendenza che ci lega gli uni agli altri, che accomuna la popolazione del pianeta.
Conseguentemente, anche il nostro quotidiano si impoverisce ed imbruttisce. Il punto e che per essere davvero umani, non possiamo dimenticare la nostra fragilita e non farcene carico.
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Avete presente le meduse? Vi fanno male, ma non lo fanno volontariamente. Non sono animali aggressivi, che attaccano. Vi toccano senza volerlo, infliggendovi il dolore.
Ecco, nei rapporti umani, molte volte, avviene lo stesso. Le persone non sono cattive, ma possono provocare molta sofferenza.
Il caso delle meduse e interessante perche, malgrado la loro capacita a fare del male, sono animali aperti e senza difese. Sono trasparenti, si puo vedere attraverso il loro corpo. Sono vulnerabili e, al tempo stesso, fanno male. E facile ucciderle, ma sono pericolose.
Noi, esseri umani, siamo uguali; siamo allo stesso tempo aggressivi e fragili.
Ma solo nostra e la capacita di provare empatia per laltro, comprendere le emozioni (positive e negative) che sta vivendo e viverle a nostra volta, capendo le sue ragioni e le sue intenzioni. Sostanzialmente, creare nel nostro mondo interiore uno spazio su misura per accogliere il mondo dellaltro. Non e una questione squisitamente interiore, quanto con forti valenze etico-politiche. Come non pensare alla sfida del farsi carico della sofferenza, della materialita della sofferenza inflitta, che non riguarda mai solo laltro, perche dal volto dellaltro implacabile ci guarda e ci interpella. Tratto da Notizie minime de La nonviolenza è in cammino
proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it
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Numero 581 del 17 settembre 2008
Mercoledì, 17 settembre 2008
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