Meeting CL:
«Mai contro il potere»

di Rosario Amico Roxas

Il mondo cattolico necessita di certezze, come punti fermi della propria storia; certezze che non vengono certo dall’intervento del card. Bagnasco al forum di Comunione e Liberazione, quando afferma il diritto della Chiesa a “fare politica”.

Si tratta di una affermazione controversa, aperta a troppe interpretazioni di comodo, specie da parte di quanti pretenderebbero farsi i portabandiera di un magistero della Chiesa, interpretato con eccessiva larghezza di vedute. Bisogna chiarire a-priori cosa vuol dire “fare politica”.

Nel mondo laico l’affermazione indica il diritti ad una scelta tra fazioni o ideologie differenti, spesso contrapposte; rientra nella logica delle diversità, rientra nell’esigenza di difese corporative, rientra nella dinamica delle differenze.

Ma nel mondo dello spirito, che si identifica successivamente al suo imporsi, nella religione, non c’è posto per le scelte che dividono i popoli, fino all’ostilità .

La Chiesa cattolica, che si ispira alla spiritualità tramandata da Cristo, non ha alcun motivo di sentirsi “esperta” in attività politiche, non è il suo ruolo, essendo già ampiamente riconosciuta come esperta in umanità. Se “far politica” significa sollecitare l’adesione all’insegnamento di Cristo allora bisogna chiarire i limiti di tale attività che non può e non deve operare scelte di parte, come oggi platealmente avviene.

Comunione e Liberazione si sta sempre più allontanando dalla spiritualità per confondersi nel mondo laico utilizzando il veicolo della religione, e ciò genera confusione.

Il motto del forum è ambizioso “O protagonisti o Nessuno”, ma la dice lunga nel chiarire l’ipotesi di protagonismo che anima i vertici dell’associazione; da quanto si sta vedendo in questi giorni, molto più correttamente il motto avrebbe potuto essere “Mai contro il potere !”.

E’ in questa sede che avviene la scelta politica; nessuno criticherebbe mai il diritto di ogni associazione di operare tali scelte, ma non certo utilizzando la religione come veicolo di trasporto.

Le sfere di attività sono distanti perché diverse; la politica laica è scivolata nell’edonismo materialista, nella ricerca esasperata di una qualità della vita spesso superiore alle reali possibilità, spessissimo senza tenere in alcuna considerazione l’omogeneità di un popolo che viene diviso tra chi possiede e chi non possiede, tra chi produce e chi consuma; la globalizzazione ha allargato i confini del mondo dilatando il concetto restrittivo di popolo, in un concetto più ampio di popoli.

La sfera di azione della Chiesa e delle Chiese, quindi della religione e delle religioni, non può aderire alla logica delle divisioni, ma deve adoperarsi nell’attività opposta.

Il massimo che possono fare le Chiese consiste in un adeguamento dialettico per rendersi accettabile e comprensibile da tutti, trasformando le proprie terminologie: così l’Amore assumerebbe i contorni della Solidarietà; la generosità dell’elemosina esalterebbe “il diritto dei poveri”.

Se un tale adeguamento dobbiamo chiamarlo “fare politica” è necessario che venga chiarito, altrimenti si rischia di rimandare a ulteriori frammentazioni, dove “Famiglia Cristiana”, che utilizza il proprio diritto di esprimere le proprie idee, trovandosi in disaccordo con una parte politica, viene accusata di essere diventata cattocomunista, perché non apertamente schierata con il potere.

In questo forum di CL non sta accadendo nulla nell’impostazione di un chiarimento e di una identificazione autonoma dal potere, per questo il motto lo vedrei mutato, come ho già detto in :

“Mai contro il potere”

Rosario Amico Roxas



Martedì, 26 agosto 2008