Sicilia: mala tempora currunt

di Rosario Amico Roxas

IL neo governatore Lombardo sta preparando la sua giunta di governo, driblando le mille difficoltà che già gli si parano davanti. La situazione è una delle più ingarbugliate della storia della Sicilia, ma proprio per questo potrebbe essere foriera di grandi novità e di prese di posizioni serie .
Non si può e non si deve prescindere dal dato di fatto della presenza mafiosa nella regione che da sempre ha condizionato le scelte politiche, programmatiche, economiche, indirizzando lo sviluppo verso l’inutile che rende.
Bisognerà smontare la consuetudine sulla quale da sempre opera la mafia, cioè sul sistema di lucrare sui diritti, mettere una tangente perché i diritti di ciascuno vengano rispettati; rendite parassitarie, perché parassitaria è l’attività mafiosa, come se un diritto consolidato permettesse a quanti sono disponibili a far valere le loro ragioni con la prepotenza, di vivere alle spalle della comunità operosa.
Non è mai stata realizzata, per esempio, una politica delle acque, malgrado la grande disponibilità che esiste in Sicilia, perché avrebbe danneggiato gli affari mafiosi che si occupano della distribuzione centellinata sia in agricoltura che nella distribuzione civile. Ora potrebbe scattare il momento magico per dotare la regione di una efficace progettualità che abbatterebbe i costi e renderebbe fertili molte aride contrade. Esistono bacini idrici con dighe e raccolta di acque, ma non è stata realizzata la condotta di distribuzione per evitare di fare concorrenza alla distribuzione mafiosa che esige lauti compensi.
Ma si tratterebbe di un’azione di scontro con i poteri consolidati e avallati da affermazioni che indicano i delinquenti come “eroi” solo perché hanno applicato l’antica legge dell’omertà, tacendo i nomi dei coinvolti intrufolati nelle istituzioni.
Momento delicatissimo sarà l’indicazione dell’assessore ai lavori pubblici, da dove partono le assegnazioni degli appalti e la distribuzione del pubblico denaro.
Le riflessioni di Lombardo conducono a soluzioni, per la Sicilia, originalissime; si tratterebbe, addirittura di nominare un assessore onesto (!), capace di regolamentare le gare ed escludere quelle aziende che compongono l’associazione a delinquere. Fatto estremamente originale dopo 60 anni di autonomia. La mafia ha capito tutto ciò e si sta preparando a far emergere imprenditori non “mascariati” , non “punciuti”, ignoti alle forze dell’ordine ma inquadrati in pectore.
Anche l’assessorato alla sanità è molto appetito dalle cosche che si sono dotate di cliniche private (convenzionate), di laboratori di analisi (convenzionati), mentre la sanità pubblica zoppica intorno a servizi che non può rendere, per cui coloro che ne hanno bisogno devono necessariamente rivolgersi alle strutture convenzionate, con costi iperbolici e con guadagni stratosferici ai quali la malavita non vuole rinunciare.
L’assessorato ai Beni Culturali è quello che permette meglio la raccolta di consensi e risulta abbastanza distante dalla mafia, anche se lì dentro si opera con criteri mafiosi. La possibilità di elargire fondi per attività “culturali” ha generato una pletora di ONLUS e di associazioni culturali improvvisate, che vivono ai margini della politica ma garantiscono solidi appoggi elettorali. La distribuzione, poi, di consistenti fondi per la restaurazione di Chiese e Oratori, coinvolge parroci e fedeli che diventano elettori.
E’ sulle nomine che ruota la credibilità dell’intero governo della regione, mentre il partito di maggioranza relativa che ha vinto le elezioni preme per fare man bassa degli assessorati “pesanti”; sarebbe stupido chiedersi il perché, è sotto gli occhi di tutti.
Lombardo tentenna, riflette e potrebbe riservare sorprese, almeno ci auguriamo, inaugurando l’originalità estrema di una giunta di governo non collusa e non colludibile; cioè un evento che in altre parti del mondo rientrerebbe nella norma ma che in Sicilia assurge a straordinaria novità.
In molti hanno smesso la “coppola”, specie se ancora non definitivamente identificati; sfoggiano un elegante “borsalino”, cravatta a pallini, rigorosamente di Marinella (è di gran moda !!!) e, possibilmente doppio petto di sartoria artigianale; non sono entrati nei salotti buoni, ma solo perchè ne fanno già parte; così bardati aspettano il momento buono: è la faccia nuova della mafia.
Quando conosceremo i nomi dei prescelti, dopo avere superato le pressioni che già si manifestano (o acconsentito per non capitombolare), potremo valutare anche la tenuta del governo.
Il paradosso è che una giunta innovativa, capace di sottrarsi ai ricatti mafiosi avrebbe l’appoggio della maggioranza della popolazione siciliana, ma non della maggioranza politica; è questa la scelta che Lombardo dovrà fare, allora “bona tempora currunt”, altrimenti “come prima, peggio di prima”.

Rosario Amico Roxas



Domenica, 11 maggio 2008