Mafia e politica

di Rosario Amico Roxas

L’antico vezzo giornalistico di informare, entrando dentro la notizia, per smontarla dalle sovrastrutture per pianificare la descrizione, si è ampiamente dimensionata nella cronaca di parte; quando una notizia avrebbe tutti i numeri per chiarire situazioni emergenti, allora si tace, in modo da non attribuirle un giusto peso. Rimane la convinzione che “la verità”, almeno quella giornalistica, sia relegata in ciò che un quotidiano scrive o omette di scrivere, in quello che i telegiornali dicono o omettono di dire. Siamo, quindi, in pieno relativismo della verità, che diventa una facciata di comodo che fa anche comodo alla gente, perché così viene sottratta all’incombenza di pensare.

Torniamo alla “lotta alla mafia”, in questa realtà che appare scritta dal miglior Pirandello.

La scarcerazione di Giuseppe Salvatore Riina è transitata dai quotidiano come una meteora, come una semplice notizia di una cronaca che non interessa nessuno, per cui è più produttivo scrivere del festival di Sanremo che analizzare “dal di dentro” una notizia che scotta e che dovrebbe creare un allarme sociale.

Ho scritto precedentemente che la mafia, in atto, si trova allo sbando, priva del referente di vertice, praticamente in mano a “cani sciolti” che tentano il colpaccio di accreditarsi come referenti credibili. Tutto ciò genera incertezze nei referenti politici che non possono contare sulla omogeneità delle decisioni, rendendo ingovernabile la gestione degli equilibri.

Mettere insieme la scarcerazione di Riina junior con le elezioni regionali è una operazione che i quotidiani neanche tentano, per omertà, per paura, per congenita codardia, per obbedienza cieca ed assoluta, alla faccia della corretta informazione elaborata e critica.

I mancati equilibri in “cosa nostra” potrebbero ricompattarsi, proprio alla luce della presenza fisica del Riina junior, figlio di cotanto padre; gli stessi “pizzini” di Provenzano confermavano che Riina senior era pur sempre considerato il capo-dei capi, dal quale Binnu recuperava autorevolezza.

I “cani sciolti” sarebbero pronti a farsi largo anche con le armi e questo creerebbe uno stato di massima allerta e di ulteriore sbandamento; la scarcerazione per decorrenza dei termini di carcerazione preventiva di Riina Junior esorcizza tale eventualità, che sarebbe disastrosa per quelle formazioni che si autodefiniscono “politiche” che, invece contano proprio sulla omogeneità di “cosa nostra”; quella omogeneità gestita da Riina Senior che portò al famoso 61 a 0.

Riina Junior rappresenta l’avallo alla continuità, la ricompattazione degli equilibri, il richiamo all’ordine dei cani sciolti caricatissimi per il vuoto di potere da colmare.

Adesso potrei anche aggiunge il risultato finale delle votazioni regionali che potremmo anche evitarci di fare; scrissi, giorni addietro



http://www.officinavolturno.com/2008/02/18/dalla-mafia-politicizzata-alla-politica-mafiosa/,



un articolo su vari forum, proprio su queste tematiche, concludevo, parafrasando Tommasi di Lampedusa “nulla cambia perché nulla deve cambiare”.

E così sia.

Rosario Amico Roxas



Venerdì, 29 febbraio 2008