Lo spot dei nuovi crociati

di Rosario Amico Roxas

L’urgenza di dover apparire anche fuori dai propri schemi, conduce a comportamenti lesivi della dignità cristiana e trasforma la religione in uno spot pubblicitario mirato alla raccolta di consensi abusivi.


In un piccolo comune al centro della Sicilia, San Cataldo (CL) governato da un sindaco di FI , ma dominato da un deputato regionale del medesimo partito, è stato organizzato un convegno, con la collaborazione di un piccolissimo centro "culturale" diventato onlus grazie ai buoni uffici del medesimo deputato regionale.
Il titolo del convegno, organizzato in occasione del 400° anniversario della fondazione del piccolo centro agricolo è "San Cataldo in difesa di Papa Benedetto XVI".

E’ insorto il vescovo della diocesi, mons. Mario Russotto, mettendo a nudo le vere pretese di un simile convegno.

"Adesso basta -dice il vescovo- (riportato dall’articolo pubblicato su "La Sicilia" del 5 ottobre, in "cronache di Caltanissetta"). Si strumentalizza la Chiesa in modo subdolo per soddisfare interessi personali e logiche di potere. Che la smettano di trincerarsi dietro il paravento di difensori della fede per smerciare e svendere le loro ideologie politiche".

E ancora:

"Che un’amministrazione comunale si occupi di giustizia, mancanza di lavoro, disagio giovanile, non mi stupisce. Ma il fatto che esso organizzi una sorta di crociata in difesa del Papa appare davvero strano. Senza considerare che ergersi a paladini del Pontefice come falange armata trasforma il laicato in una sorta di ridicola Guardia Svizzera".

Ma questa severa lezione non sarà neanche capita dagli organizzatori della kermesse che avrebbe dovuto esibirli al pubblico, non dei cittadini bensì degli elettori, come l’avanguardia vigile pronta a contrastare l’ateismo comunista....!

Prevedono elezioni anticipate, così, a loro volta anticipano la campagna elettorale.
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Ho ritenuto opportuno aggiungere la seguente nota personale.

I nuovi crociati

L’esigenza di elevare una difesa del Pontefice dimostra solo la convinzione che Benedetto XVI necessiti di tale difesa.

Non consentono interpretazioni diverse le parole del Vescovo, mons. Mario Russotto, a proposito della "difesa d’ufficio" che si leva per il Pontefice Benedetto XVI da parte di "un qualsiasi ente locale o un qualsiasi piccolissimo centro culturale"; esse sono chiare e perentorie.

Mons. Russotto si chiede se esista realmente un attacco al Pontefice, per attribuirlo ad un rigurgito di secolarizzazione che non tiene in alcun conto la vera testimonianza di fede.

In realtà le critiche a Benedetto XVI ci sono e coinvolgono il popolo della fede più genuina, quella fede che trova ne’ "L’imitazione di Cristo" la più fedele interpretazione.

Troppe contraddizioni animano e sconvolgono il mondo cristiano, così emerge l’incertezza che può diventare dubbio. In Benedetto XVI emerge troppo spesso, sulla immagine del Pontefice, la formazione del cardinale Ratzinger, dotto difensore della dottrina della fede.

Così il teologo scrive un "Gesù di Nazaret", dove tenta una esegesi cristologica lontanissima dalla genuinità di quella fede in Cristo, che da 2.000 anni ha permesso che si rinnovasse la promessa: "Non prevalebunt".
Il capo dello Stato Città del Vaticano interviene per esigere che la Costituzione europea faccia riferimento alla radici cristiane, peraltro con motivazioni scritte a quattro mani con l’ateo e razzista prof. Pera. Esigendo che il primato del cristianesimo sia riservato all’Europa, trasforma la fede in Cristo e nel Suo insegnamento in una mera categoria antropologica, della quale sarebbe possibile pianificare una epistemologia.
Come capo spirituale della Chiesa cattolica condanna le storture del capitalismo, gli egoismi, il primato dell’apparenza sulla sostanza, ma viene contraddetto dalle precedenti affermazioni, elaborate in quei ruoli che non si sono amalgamati nella sua più alta missione, che rimane quella di interpretare gli insegnamenti di Cristo, grandissimi nella loro semplicità, alla luce della realtà contemporanea, che necessita di una guida e non di una esegesi storica.
Le critiche che si levano coinvolgono la persona, non certo il mandato spirituale, e questo lo sa bene anche lo stesso Benedetto XVI / Ratzinger, infatti ha voluto chiarire che il suo "Gesù di Nazaret" e l’altro "Senza radici", maldestramente scritto insieme ad un erudito lontanissimo dalla esperienza cattolica, non sono capisaldi della fede, ma soltanto elaborazioni dotte, non dottrinali, e, pertanto, suscettibili di critiche.

La fede in Cristo si è dilatata quando i cristiani erano "dati in pasto ai leoni"; con le pretese di primato su altre religioni e altri popoli, con la dottrina che si sostituisce alla fede, viene tentato un capovolgimento che prevederebbe di dare "i leoni in pasto ai cristiani". E’ quello a cui aspirano i novelli e improvvisati difensori della Chiesa , alla ricerca di abusivi consensi che non servono la Chiesa e la fede, ma di esse si servono per mimetizzare aspirazioni secolari in contrasto con l’insegnamento di Cristo. "NON PREVALEBUNT !!! ".


Rosario Amico Roxas



Sabato, 06 ottobre 2007