Lombardo alla prova dei fatti

di Rosario Amico Roxas

La vittoria di Lombardo alle regionali in Sicilia e la sua elezione a governatore con un suffragio “esagerato” ha dato la misura della stanchezza siciliana verso la situazione regionale di stasi, di connivenze mafiose, di ricatti.
Ma lo attende la prova del nove, la verifica sui fatti. Quei numeri venuti fuori dalle urne non giocano a suo favore; danno da vedere un interesse molto più dilatato di quello politico, sociale o economico.
Sembra proprio che anche la malavita organizzata, erroneamente chiamata “mafia”, abbia unito anche le sue forze a quelle che aspirano ad una Sicilia libera dai condizionamenti.
Il momento non è certo dei più facili; a livello nazionale con la vittoria della Lega che è diventata determinante per le sorti del governo centrale, è esplosa come prioritaria la “questione settentrionale” che si erge in rotta di collisione con la vetusta “questione meridionale”.
E’ un concetto vecchio che vuole sostituirsi ad un altro concetto vecchissimo.
Così, ancor prima dell’insediamento, stanno mettendo in difficoltà la stessa composizione della squadra di governo. Hanno ottenuto, convincendo (o obbligando) Berlusconi a pietire, dall’attuale governo ancora in carica, un mega prestito di 600 miliardi del vecchio conio, a favore di quel pozzo nero che è l’Alitalia, ma non per salvare le sorti della compagnia di bandiera (la Lega con la bandiera ci fa ben altro che non le battaglie per l’orgoglio nazionale !), bensì per guadagnare tempo e cercare altre compagnie disposte a servirsi di Malpensa come aeroporto di riferimento, convinti come sono che “la Padania”, sull’asse Milano-Venezia, debba avere un aeroporto ogni 50 km.
Ovviamente quel prestito non sarà mai restituito e andrà a gravare sul solito Pantalone diventato “l’asso paga-tutto”.
Queste furbizie vengono nobilitate come “questione settentrionale” e gestite, come ha chiaramente detto Bossi, con il coltello dalla parte del manico.
La presenza di una forza dichiaratamente separatista o, nella migliore delle ipotesi, isolazionista, non promette nulla di buono se non l’acuirsi della dilatazione della forbice dello sviluppo a favore della questione settentrionale e a discapito della questione meridionale.
La prova dei fatti che dovrà affrontare Lombardo non è quella di accettare, accogliere, vantare la prima pietra sul ponte di Messina, quella è solo apparenza, fumo negli occhi, mezzo per soddisfare le pressanti richieste di quanti hanno interesse diretto nella realizzazione dell’opera, che costerà 50 miliardi di euro, la cui costruzione durerà 50 anni e sancirà la definitiva alleanza generazionale tra malaffare e politica, cementata da un miliardo di euro l’anno da spartirsi equamente.
La prova dei fatti che attende Lombardo riguarda un’inversione di tendenza, che deve diventare tangibile, nonché l’identificazione di una nuova “questione nazionale”, di gran lunga superiore alle questioni corporative regionali.
La questione nazionale può partire dalla Sicilia perché è la regione più interessata e nello stesso tempo la più interessante per la promozione di uno sviluppo equilibrato dell’economia.
- La questione nazionale deve comprendere la lotta a tutte le associazioni malavitose e non soltanto quelle che albergano in Sicilia, Calabria, Campania e Puglia, ma anche quelle, pericolosissime, che stazionano negli angoli del potere e negli scantinati del sotto-governo;
- deve comprendere lo sfruttamento della posizione geografica della Sicilia nel cuore del Mediterraneo, proprio adesso che siamo alla vigilia dell’apertura della zona di libero scambio, che avverrà nel 2010, evento per il quale nessuno (dico nessuno) ha pensato di fare alcunché;
- deve prevedere la meritocrazia nell’amministrazione della cosa pubblica, rimandando a lavorare quelle migliaia di persone che percepiscono uno stipendio truffato alle casse regionali;
- deve rigorosamente dimostrare la netta separazione, che deve diventare antagonismo, con le collusioni politico-mafiose, dimostrando ai siciliani onesti di aver capito che non basta inventarsi uno slogan “la mafia fa schifo” per diventare credibili.

Rosario Amico Roxas



Domenica, 27 aprile 2008