Politica
Si formano le liste

di Rosario Amico Roxas

LA raccolta indifferenziata sulla quale si sta accanendo Berlusconi nel ramazzare dovunque tutto ciò che capita, lascia presagire una grossa implosione provocata dalla impossibilità di bonificare e neutralizzare i frutti raccolti.
Ha preso tutto quello che c’era sotto tiro, ha accolto figli prodighi e figli spurii, convinto di potere soddisfare tutti con un vitello grasso; ma quanto dovrebbe essere grasso questo vitello ?
L’antesignano delle transumanze è stato De Gregorio, tacitato con 600.000 euro da devolvere in beneficenza ad una fantomatica Associazione per gli italiani all’estero, della quale l’integerrimo De Gregorio è presidente, vice-presidente, amministratore delegato, cassiere, postino e usciere.
E’ chiaro che pretenderà un seggio sicuro per proseguire nella sua coerente battaglia politica, altrimenti è capace di prendere anche lui una chitarra e mettersi a cantare, ma con ben altre note che non le melense e disgustose parodie della musica con cui il cavaliere strappa gli applausi, per sé e per Apicella (noto elettore di Rifondazione Comunista), dalla platea invitata apposta per applaudire.
Poi dovrà trovare posto per Michela Vittoria Brambilla, la fedelissima che si è tanto, ma tanto, esposta in favore del cavaliere; certo, a vittoria conseguita lascerà il misero scanno di parlamentare per accedere a più alti gradi ministeriali, dove potrà meglio esporre le sue qualità.
Quindi ci sono le nuove reclute dell’UDEUR a cui si è aggiunta la moglie di Mastella, anch’essa ansiosa di entrare a far parte della casta parlamentare che gode dell’immunità (fa sempre comodo).
Ci sono poi i pellegrini di FI, quelli che non sarebbero stati eletti neanche facendo voto di castità, se ci fosse stata la democratica possibilità per gli elettori di decidere il nome del proprio candidato, come Cicchitto, Schifani, La Loggia, Martino, Bonaiuti e Bondi (questi ultimi due non avrebbero preso neanche il loro stesso voto perché ipnotizzati da capo avrebbero dato la loro preferenza a Berlusconi, restando a zero).
Poi la pletora dei peones, quelli dei quali la storia parlamentare non riporterà neanche il nome, ma tutti pronti a giurare di essere stati determinanti in questa o quella occasione, ma sempre in ordine alla fedeltà cieca ed assoluta al capo.
All’orizzonte si profila la sagoma altera di Dini, e con molta probabilità anche della di lui consorte, sempre alla ricerca dell’immunità, con pochi peones al seguito, ma tutti determinati “a costruire una solida maggioranza per il bene del paese”.
Buon ultimo Giovanardi, che ha già comunicato la sua fuoriuscita dall’UDC per aderire al Partito del Popolo delle Libertà perché lì, almeno, c’è la Brambilla.
Poi c’è “La Destra di Storace e Santanchè, con la Mussolini aggregata e qualche altro esponente che fanno sentire Berlusconi un Benito redivivo.
E le attricette, le veline, le letterine, le berluschine, potranno essere lasciate a casa, stante il fatto che non hanno nemmeno maturato la pensione (o meglio vitalizio, è più chic) ?
La previsione di Berlusconi di ottenere con FI il 40 % dei suffragi non potrà bastare per soddisfare la crescente domanda di “servire il bene comune”; forse l’invenzione del nuovo partito del popolo delle libertà gli serviva proprio per questo.

Rosario Amico Roxas



Giovedì, 07 febbraio 2008