Le nuove beatitudini

di Rosario Amico Roxas

ASCOLTARE le dichiarazioni del presidente del consiglio, e poi rileggerle per meglio capire, lascia interdetti; ci sentiamo catapultati alle falde della Montagna per ascoltare le “nuove beatitudini” condite dall’invocazione dell’aiuto divino.

- Beati i dialogatori che non faranno ostruzionismi,

- beati i pacifici che non restituiranno gli insulti che hanno subito per venti mesi consecutivi,

- beati i propositori che accoglieranno le mie proposte,

- beati quanti non faranno mai riferimento al conflitto di interessi,

- beati colori i quali taceranno sulla multa europea di 400.000 euro al giorno causata dalla permanenza abusiva di rete4 di mediaset,

- beati coloro i quali avranno pazienza di attendere il momento buono, perché ce ne sarà per tutti : le vie del sottopotere sono infinite.

- Amen

Si intravede all’orizzonte un paradiso terrestre nel quale tutti cantano la gioia di avere trovato un capo così comprensivo che, nell’umiltà della sua coscienza, si arrende all’aiuto divino, ricevendo il plauso, tanto sospirato, del Vaticano.

Ma cos’è accaduto ? Come mai questa inversione di tendenza a 180° ? Rimorso ? Coscienza recuperata ? Proficuo ritiro spirituale ?

Coraggio ! Niente di tutto ciò. Me lo ha spiegato una conoscente che ruota intorno all’entourage del cavaliere, aspirante giornalista che si è inserita al posto sbagliato nel momento giusto: la pagnotta esige regole precise, che poi sono le stesse regole che producono incarichi ministeriali o sottosegretariati.

E’ intervenuto un sondaggio impietoso ordinato dal cavaliere. Si aspettava un ripensamento da parte dei suoi non-elettori con un incremento dell’indice di pubblico entusiasmo per la personale affermazione, invece è accaduto il contrario: una caduta libera, sintomatica di grande perplessità proprio negli elettori consensienti, come se avessero detto: “Ma che c…o abbiamo fatto !”.

Gli interventi e i commenti del cavaliere e dei suoi portavoce post elettorali sono stati disastrosi, forse perché fatti “a caldo” senza avere consultato gli scienziati della comunicazione per impostare una corretta informazione mediatica.

Così è emerso che:

- il vincitore “che non fa prigionieri” (come ha più volte affermato La Russa,) non risulta gradito,

- il vincitore che snobba lo sconfitto ritenendosi autosufficiente, in una democrazia compiuta, non risulta credibile;

- il vincitore che programma di fare man bassa senza coinvolgere le minoranze, rischia di venire colto con le dita nella marmellata;

- il vincitore che esalta il suo Io, oltre ogni limite di pudore, soffoca le altrui individualità.

Ecco allora la scomparsa dai media per non urtare ulteriormente la suscettibilità degli elettori e dei non-elettori, con la credibile motivazione che “il presidente sta lavorando sul discorso per la fiducia”.

Un discorso breve per non annoiare, non tanto i parlamentari, che sono pagati per subire questi interventi, quanto i telespettatori e i commentatori; un discorso capace di essere anche emotivamente coinvolgente e liricamente espresso, con alate figurazioni (ci ha messo lo zampino il poetesso Bondi ?); infine un discorso degno di essere inteso come un logico prosieguo del “discorso della Montagna”, a suo tempo celebrato dal vice-presidente del cavaliere.

Tutti entusiasti, tutti coinvolti, tutti invitati a tavola; ci sono molte patate bollenti da tirar fuori dal fuoco e servono molte mani pronte a bruciacchiarsi in nome dell’amor patrio !

Rosario Amico Roxas



Mercoledì, 14 maggio 2008