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Ha dato le spalle facendo messa durante un battesimo multiplo di neonati al Vaticano, quelli da salvare dalla "voragine"
del peccato.Loffertorio e la liturgia eucaristica le ha proseguite con le spalle ai fedeli. Durante questa cerimonia di
gennaio, dal dito di Ratzinger è caduto lanello del Pescatore a terra, vicino allaltare che il cerimoniere gli ha
prontamente ridato. Ha ridato le spalle ai suoi milioni di fedeli, ai cari studenti romani a cui non potrà più parlare,
questa volta obbligato dalle circostanze. Dalle ore 22 in poi, presso la sede romana del Foglio si svolgerà oggi 16
gennaio, una serata di conversazione e meditazione laica sul carattere illiberale della contestazione del diritto di parola
del professor Joseph Ratzinger-Benedetto XVI nellUniversita La Sapienza.Ci fu unaltra veglia il 15 giugno del 2007,
quella del Movimento dell’Amore Familiare, veglia di preghiera per il Santo Padre e per il suo pontificato,rivolta in
particolare alle famiglie. Grande partecipazione si preannuncia a questa serata-prima, una delle prime a "correre" e ad
accorrere è la ministra Turco, che dice del suo baratto con Ferrara:«Lho chiamato per chiedergli di pubblicare un mio
articolo sul Foglio e lui mi ha proposto: "Livia, perché non sottoscrivi ladesione alla veglia che abbiamo organizzato per
il diritto alla parola?". Gli ho risposto subito di sì, senza esitare. E mi sorprendo di chi si sorprende della mia
iniziativa. Il diritto alla parola deve sempre valere, per tutti».Saranno in parecchi a partecipare stasera, tutte
splendide persone , assolutamente liberali: Antonio Polito, senatore del Pd, Daniele Capezzone, già segretario dei Radicali
e deputato del gruppo misto, Barbara Palombelli, giornalista, Benedetto della Vedova, deputato di Forza Italia e presidente
dei riformatori liberali, Alain Elkann,scrittore, Andrea Marcenaro, giornalista,Daniela Santanchè, deputata di «La
Destra»...solo per citarne alcuni. Tutti pronti ad aprire il Dialogo. Chissà se la Santanchè saluterà gli studenti come
fece nel passato...
Se io oggi lo nomino, lui il papa, non credo di farlo invano. Lui non viene più, amareggiato, come tutti, tranne quattro
fanatici arrabbiati.E allora: "Fà che non ci sbattano da una porta allaltra a sentir parlare di libertà di parola.
Fà che nessuno ci metta in cinta e ci troviamo a dover chiedere un farmaco abortivo a un amico farmaco-obiettore di sua
santità.
Fà che si moltiplichino questi straordinari, che sembravano persi, donne e ragazzi, che fanno resistenza a chi si proclama
portatore di pace.
Fà che non sembri mai una preghiera, un appello, una civile e discreta protesta ma un grido forte di sdegno e disprezzo,
per chi parla di dialogo in casa altrui, senza chiedere permesso, ma come un muezzin lucido e impazzito, ad assoldare tutte le migliori
voci del mondo per parlare di diavolo e peccato.
Fà che io possa riapprezzare larte nelle chiese nei musei nei palazzi italiani, che io scorga la luce come lampo negli
occhi delle modelle che stavano lì, in unosteria a dare una mano allartista affamato.
Fà che io possa scegliere di non ascoltarlo, lui e suoi amici, mentre distratta apro la radio e so delle sue gesta e dei
misfatti altrui.
Fà che rinuncino del tutto alla carità, cosicchè gli stati si assumano responsabilità in nome dei diritti umani e di nessun
dio, che trovino la giustizia e il buon senso nellagire come tutte quelle donne e quegli uomini del mondo, che non hanno
mai pensato di essere martiri od eroi, e forse invece un po lo sono per aver vissuto, nelleterno regno dei papi e di quelli che fanno veglie dicendo di amarlo. Doriana Goracci
Mercoledì, 16 gennaio 2008
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