La patente di povertà

di Rosario Amico Roxas

L’ultimo parto della fertile e fervida fantasia di Tremonti e della sua “finanza creativa” è la carta di sconti rilasciata ai pensionati al minimo, per ottenere sconti sui generi di prima necessità.

Così alla dignitosa povertà si unisce l’accanimento della mortificazione con questa che i burocrati chiamano “carta di solidarietà” ma che in realtà è una “patente di povertà”.

Certo essere povero e dignitosamente fare sacrifici per coniugare il pranzo con la cena offende questo governo di deputati, sottosegretari e ministri che non sanno cosa sia la povertà; è questo è un bene per loro, ma dimostrano anche di non conoscere cosa sia la dignità e il rispetto di se stessi.

Immagino che il ministro Tremonti si riterrà un illuminato per avere spremuto le meningi per tenere buona parte dei pensionati italiani sotto le forche caudine del dovere dimostrare di avere la “patente di povero” per maturare il diritto di coniugare il pranzo con la cena.

Queste soluzioni cervellotiche dimostrano solo quale abisso divide i governanti dai governati; un abisso sociale incolmabile perché manca la consapevolezza di ciò che si vuol fare.

Manca anche il pudore di sapere rispettare chi sa soffrire in silenzio, magari cercando nei cascami dei mercati qualche foglia ancora commestibile per riscaldare una tazza di acqua.

E’ già mortificante assistere alla fila davanti a quelle mense gratuite, oggi sempre più frequentate da chi mai avrebbe ipotecato il proprio futuro cedendolo alla pubblica pietà.

La povertà e la successiva miseria, quanto meno, meritano il rispetto dovuto a chi ha lavorato una vita e come compenso si vede negata anche la dignità di essere se stesso.

Un giorno il popolo saprà risorgere dalle sue ceneri e allora sarà il popolo a concedere le sue patenti, ma di onestà, correttezza, umanità, valori che questi laidi personaggi ignorano.

Rosario Amico Roxas



Giovedì, 19 giugno 2008