Politica
Un incontro delle persone amiche della nonviolenza

di Peppe Sini

Le persone amiche della nonviolenza che sono preoccupate del possibile esito di una vittoria della destra piu’ estrema alle ormai prevedibilmente prossime elezioni sanno due cose che ad onor del vero nessuna persona onesta puo’ fingere di non sapere:

- la prima: che dopo due anni di governo di un centrosinistra che ha tradito gli impegni assunti con gli elettori su questioni decisive come l’opposizione alla guerra e al razzismo, che ha reiteratamente violato la Costituzione, che ha favoreggiato corrotti e corruttori attribuendo loro incarichi pubblici di decisiva rilevanza, che ha attuato politiche di complicita’ coi ricchi e i potenti a danno degli sfruttati e degli oppressi, ebbene, vi e’ ormai in Italia una vasta area di cittadine e cittadini che non sono piu’ disponibili a farsi rappresentare da fedifraghi, da corruttori, da criminali.

- La seconda: che proprio i progressivi cedimenti dell’area che fu democratica verso posizioni autoritarie, razziste, belliciste e violatrici della legalita’ ha favorito la vittoria culturale della destra piu’ violenta e criminale, la crescita del consenso alla ferocia e alla barbarie.

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Per questo e’ necessario che alle prossime elezioni politiche vi sia una presenza di liste elettorali della sinistra della nonviolenza.

Affinche’ possano votare tante persone democratiche che altrimenti sarebbero espropriate del proprio diritto di voto.

Affinche’ vi sia un punto di riferimento e una possibilita’ di rappresentanza per tutta l’area democratica.

Affinche’ possa entrare nelle istituzioni una sinistra nitida e intransigente, dalla scelta della nonviolenza caratterizzata, che faccia da argine al dilagare dell’oltranzismo razzista e bellicista, che faccia da argine al dilagare del regime della corruzione e dei poteri criminali, che faccia da barriera alla barbarie.

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E perche’ non ci siano equivoci, aggiungiamo:

- liste elettorali della sinistra della nonviolenza presa su serio: quindi nessuna subalternita’ e nessuna complicita’ con quei partiti che pur si riempiono la bocca della parola "nonviolenza" e non hanno esitato per due anni di seguito a votare per la guerra, per le stragi di cui essa consiste, per il razzismo, per la complicita’ con corrotti e criminali, per il riarmo e per l’ecocidio;

- liste elettorali della sinistra della nonviolenza presa su serio: quindi nessuna complicita’ con quei personaggi e con quelle organizzazioni che promuovono o avallano lo squadrismo di piazza o di sottoscala, l’ideologia del fine che giustifica i mezzi, l’irresponsabilita’ della societa’ dello spettacolo, e che peraltro poi sovente praticano anche il piu’ sfrenato saccheggio delle pubbliche risorse e l’occupazione del sottogoverno parassitario con i loro compari ministeriali e bombardieri.

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E sempre perche’ non ci siano equivoci: quando diciamo sinistra della nonviolenza non ci riferiamo a piccoli movimenti sedicenti tali che sovente sono gremiti di personaggi palesemente inaffidabili, ma ad una cultura e una prassi, a una storia di esperienze e riflessioni ormai diffuse, che trova le sue espressioni migliori certo anche in alcuni storici movimenti nonviolenti, come ad esempio il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, ma anche in esperienze che la nonviolenza vivono e praticano, sovente senza chiamarla con questo nome, poiche’ la nonviolenza e’ la lotta contro tutte le violenze, e vive ovunque vive il conflitto che resiste al male - alla violenza, al crimine, all’ingiustizia, alla menzogna - senza riprodurlo nelle sue pratiche e nelle sue metodiche.

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E quindi, dicendo sinistra della nonviolenza diciamo, in rapido elenco: i movimenti delle donne, che sono la corrente calda della nonviolenza in cammino, il massimo suo inveramento storico; i movimenti antimafia e antirazzisti; la viva e concreta memoria ed esperienza del movimento delle classi sociali oppresse e dei popoli oppressi in lotta per l’emancipazione dell’umanita’ intera; i movimenti ecopacifisti ed ecoequosolidali; le infinite pratiche di aiuto e di liberazione, di verita’ e di giustizia, di responsabilita’ e di misericordia, negli infiniti ambiti in cui esse si danno; tutte le iniziative che affermano il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.

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E quindi quando diciamo sinistra della nonviolenza diciamo anche: antipatriarcale ed antimaschilista; antisviluppista ed invece ecosostenibile ed ecoequosolidale; contro la guerra, il terrorismo, le uccisioni, e quindi contro tutti gli strumenti e gli apparati che all’uccidere, al terrorizzare e al far guerra sono intesi; per la liberazione delle oppresse e degli oppressi in una condivisione solidale e responsabile; antirazzista ed antisegregativa, e quindi per il riconoscimento e l’inveramento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani; responsabile per la biosfera, e quindi non chiusa in uno specismo che tutto asserve, consuma e devasta, ma aperta in un’empatia che custodisce, rispetta, riconosce e sostiene.

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Diciamo pertanto, con antica nostra parola, una sinistra socialista e libertaria.

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E quando diciamo che la nonviolenza deve essere la scelta fondamentale, diciamo dunque opposizione integrale alla violenza e alle menzogna; diciamo anche difesa della legalita’ costituzionale e quindi anche adesione alla Dichiarazione universale dei diritti umani.

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Ma detto tutto questo, tutto e’ ancora da ragionare insieme ed insieme da fare.

E il tempo e’ poco.

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Occorrera’ che le persone interessate a questa prospettiva si incontrino, riflettano insieme, suscitino ovunque le energie che ovunque sono disponibili e che devono uscire dalla rassegnazione, dall’apatia, dalla subalternita’, dall’ambiguita’.

Alcune - non poche - persone amiche della nonviolenza hanno gia’ manifestato una generosa disponibilita’.

Questo foglio e’ disponibile a contribuire ad avviare questo percorso, che non puo’ che essere un percorso di crescita dal basso, policentrico e reticolare, limpido e verificabile, pienamente democratico, "omnicratico" per usare l’espressione capitiniana, senza figure carismatiche e senza gerarchie.

Un percorso, un incontro, un soggetto politico in formazione che sia intransigente sulla scelta di fondo della nonviolenza, ed insieme aperto e complesso, comprensivo e in ascolto, dialogico e plurale, quindi umile e forte.

Quando e dove si potrebbe fare un primo incontro? Chi e’ disponibile?

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Arretrati in:
http://lists.peacelink.it/

Numero 354 del 3 febbraio 2008



Domenica, 03 febbraio 2008