Riflessione
Una «civiltà» impresentabile

di Fulvio Turtulici

Un manipolo di mercenari, trovando sulla propria strada un’auto distrutta, vicenda quotidiana in Iraq, che impediva loro il passaggio, si è messo a sparare sulla folla, ad altezza d’uomo, su qualunque cosa si muovesse, non c’erano, date le condizioni tragiche provocate dall’invasione, motivi di particolare pericolo, ma i mercenari hanno ucciso civili inermi, donne, bambini. Non è questa certo più una notizia nel paese martoriato: è la regola di una guerra unicamente criminale che la protervia inaudita e senza ritegno ha chiamato umanitaria, raggiungendo vette inesplorate di infamia che trasmoda nel ridicolo. Ci sono agenzie la cui ragione sociale è il reclutamento di uccisori prezzolati da adoperare dove ci sia una guerra e che fanno affari d’oro quando un popolo viene massacrato e sono grandi elettori del presidente Bush. La privatizzazione della guerra, affidata a mercenari che agiscono fuori da ogni controllo sia pur blando di legalità da parte delle forze istituzionali è un disegno che si deve a Dick Cheney, l’anima più nera e affaristica dell’amministrazione Bush.
Pare certa la connivenza della Total con la sanguinaria dittatura birmana. Non è un caso isolato, è la norma per le imprese sovranazionali. Brogli, pena di morte, torture e affari sono i modelli e le esportazioni occidentali.
Il presidente Bush ha vietato la sanità, il diritto alle cure mediche per quattro milioni di bambini i cui genitori, pur lavorando, non possono permettersi di pagare le salate assicurazioni senza le quali nel civile impero ti lasciano semplicemente morire. Chissà se ha fatto pure ciò in nome di Dio?
Nel nostro Paese occidentale un vicepresidente del consiglio dei ministri da una caserma della polizia, in occasione del G8, ha tranquillamente visto partire i gendarmi alle violente e illiberali caccie all’uomo.
Il famoso marchio Prada, e non come d’uso nei paesi carenti di legislazione, ma all’interno dei confini della conclamata legalità, ha affidato a terzi che si servivano di clandestini, sepolti in scantinati e soppalchi in condizioni igieniche e di sicurezza da quarto mondo, la realizzazione dei propri articoli. Ma non è certo solo Prada; pressochè tutti i marchi di gran nome e lusso speculano sulla povertà per profitti da capogiro.
Nel nostro Paese occidentale il malaffare informa il sistema politico e statuale, i giudici, pochi e isolati, che ardiscono di combatterlo vengono trattati da devianti dalle istituzioni che servono, come pure i giornalisti, il sistema si attiva sempre per eliminarli in qualche modo. I comitati d’affari e il marciume, trasversali, regolano il funzionamento degli apparati statali e delle istituzioni. I cittadini, minoranza nella società, che non si lascino intimorire dall’epiteto di comunista, o di disubbidiente, o di giovane scapestrato, o di intellettuale rompiballe, che non si lascino ingannare dal falso agone tra destra e sinistra, parole che non significano più nulla al tempo del dominio dell’idiozia, sobbollono, talora spontaneamente si muovono; i sudditi invece, che sono la grande maggioranza, lanciano, in luoghi sicuri, qualche convenzionale giaculatoria, ma in verità sostanzialmente si adeguano e, quando possono, si accomodano.
Per la verità, bisogna ammettere che in questi ultimi giorni l’alta partecipazione popolare al referendum sindacale e alla nascita del pd, hanno rappresentato due momenti di democrazia, almeno a badare a come nacque Forza Italia con Berlusconi che riassunse nella sua banda partitica i dipendenti della sua azienda, il momento più deprimente, insomma, pure di un qualsivoglia concetto di democrazia. Tuttavia non enfatizzerei troppo i due fatti: la rappresentanza degli interessi della gran massa dei lavoratori, credo, e vedremo l’azione concreta della nuova formazione, resti ben insufficiente.
Allora come pretendere che simile deserto delle trascorse virtù possa costituire un esempio, possa comportare un’autorità morale e culturale, possa godere del rispetto al di là dei suoi confini, nelle sterminate lande dove si soffre per l’arroganza occidentale. E’ logico che il terrorismo tragga alimento dall’odio suscitato da tali viltà e corruzioni, le cui ricadute sono conosciute in tempo reale nel pianeta globalizzato, che per mezzo di simili comportamenti si contribuisca ad accrescere la confusione delle menti fuorviate.
Una civiltà si considera avanzata quando costituisce un forte potere di attrazione. Ma quale attrazione può mai rappresentare questa nostra realtà tanto compromessa?



Luned́, 15 ottobre 2007