Le misure impopolari

di Rosario Amico Roxas

Per esercitare l’esorcismo Berlusconi anticipa che ci saranno misure impopolari; che le misure impopolari di Prodi ne abbiano provocato la caduta sollecitata quotidianamente dal cavaliere e dai suoi pappagalli chiamati “portavoce”, non va preso in considerazione: il fine giustifica i mezzi e il fine era quello di agguantare il potere.
Fatto ciò si dovrebbe governare, ma le richieste sono tante, tantissime, impellenti; c’è chi chiede nuovi condoni fiscali, chi domanda condoni edilizi, chi vuole la dilatazione ulteriore per la depenalizzazione del falso in bilancio, altri pretendono l’avvio delle grandi opere sulle quali hanno già messo gli occhi addosso. Si tratta dei grandi elettori che hanno trascinato il popolo sovrano dentro il dimenticatoio nel quale sono ammuffiti i cinque anni del precedente governo cavallerizzo.
Dopo avere lasciato intravedere un paese di bengodi, una cuccagna elettrizzante, toccando con mano che una crisi gigantesca è alle porte; una crisi che parte dall’America e che l’Europa non ha saputo dimensionare mettendo alle corde la politica dello spreco di Bush, ecco che il cavaliere mette le mani avanti per non sbattere il muso a terra.
Misure impopolari…. Ma si guarda bene dal chiarire a carico di chi tali misure.
- Certo non a carico degli imprenditori che saranno, anzi, agevolati per stimolare una improbabile ripresa dell’economia liberista;
- non a carico dei manager che devono spingere verso la competitività e le regole del mercato;
- non a carico della casta che ha l’onere di gestire i momenti duri che si profilano all’orizzonte;
- non a carico dei sindacalisti (specie di quelli arrendevoli) che devono tenere buona la classe operaia;
- rimane il bacino, ritenuto inesauribile, dei tantissimi sigg. Nessuno che hanno creduto alle lusinghe parolaie, per cui vengono avvertiti che ci saranno tempi duri, e quando arriveranno quelli durissimi allora verrà detto: “Ve lo avevo preannunciato”, dimenticando che tutta la campagna elettorale è stata mantenuta sull’onda anomale delle certezze nate, come Venere, dalla spuma del mare delle promesse.
Le tasse di Prodi furono solo misure impopolari che stimolarono la quotidiana richiesta di dimissioni con gli slogan che i pappagalli, chiamati portavoce del capo, ripetevano in maniera ossessiva, secondo il principio leninista: “Mentite, mentite e mentite, qualcosa rimarrà”; ed è rimasta la convinzione delle “mani nelle tasche degli italiani”, del “governo delle tasse”, degli “incompetenti che devono andare a casa”, il tutto ripetuto ossessivamente non meno di tre volte al giorni, senza distinzione se prima o dopo i pasti.
Ora arrivano le premesse, quelle che succedono alle promesse azzardate; “Ve lo avevo detto”; e così misure impopolari, che in bocca al cavaliere diventeranno “misure necessarie al rilancio dell’economia, per favorire la competitività, la ripresa dei consumi, specialmente dei prodotti pubblicizzati dalle reti mediaset”.
L’elenco delle misure impopolari non è stato divulgato, e lo aspettiamo con ansia; lo aspettiamo anche quei tanti sigg. Nessuno che non siamo caduti nella trappola del fascinoso canto del cavaliere; lo aspettiamo perché sappiamo benissimo che saremo chiamati a pagare per tutti.

Rosario Amico Roxas



Giovedì, 17 aprile 2008