I cattolici italiani sono chiamati a "fronteggiare, con determinazione e chiarezza di intenti, il rischio di scelte
politiche e legislative che contraddicono fondamentali valori e principi antropologici ed etici radicati nella natura
dell’essere umano, in particolare riguardo alla tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte
naturale, e alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio, evitando di introdurre nell’ordinamento pubblico altre
forme di unione che contribuirebbero a destabilizzarla, oscurando il suo carattere peculiare e il suo insostituibile ruolo
sociale".
Questo il messaggio pre-elettorale del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, così come è riportato su “Il
Giornale”, organo ufficiale della famiglia Berlusconi.
Invito nobile, etico, totalmente cattolico e, quindi, universale.
Ma non rende giustizia alle medesime gerarchie vaticane che stanno mostrando una pericolosissima deriva verso le promesse
della estrema destra berlusconiana (ormai dichiaratamente estrema destra, dopo le esternazioni di Ciarrapico), che cerca,
ogni giorno di più, di sovrapporsi nei gesti e nelle parole al periodo immediatamente precedente l’avvento del fascismo,
ivi compreso la marcia su Roma, che fin ora è stata solamente minacciata.
I comportamenti aggressivi, tipici di chi cerca la lite e lo scontro; le frasi sconnesse di chi non promette un equilibrato
sviluppo della nazione, ma un progresso delineato su misura per la classe che lo supporta, denotano un tensione che non ha
nulla a che spartire con una competizione elettorale democratica.
Basterebbero le parole del cardinale Bagnasco e l’invito perentorio rivolto ai cattolici italiani chiamati a fronteggiare
scelte politiche che contraddicono fondamentali valori….; come indissolubilità del matrimonio.
Basterebbero queste parole per cancellare dalle liste elettorali i maggiori referenti dell’estrema destra berlusconiana.
Se poi aggiungiamo “tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale”, il riferimento
sembra diretto personalmente al leader maximo.
Se avesse veramente un minimo di rispetto per le parole della Chiesa dovrebbe avere il pudore di allontanarsi da solo dalla
politica per manifesta indegnità; invece inveisce contro Veltroni, perché non ha la laurea, trascurando di dire che non ha
mai promosso aborti alla moglie alla 28° settimana. Rosario Amico Roxas
Martedì, 11 marzo 2008
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