Giù la maschera !

di Rosario Amico Roxas

L’ex ministro della difesa Martino ha lanciato il sasso nello stagno.
Ha ipotizzato una più massiccia partecipazione attiva del contingente italiano in Afghanistan, un ritorno in Iraq accanto alle forze americane e un ritiro dal Libano pèerchè i militari ONI impesicono ad Israele di effettuare i raid distruttivi contro i palestinesi.
E’ una “prova d’autore”, da una parte, per verificare le reazioni dell’elettorato attraverso i soliti sondaggi, dall’altra per lanciare un segnale all’America del tipo: “sto arrivando !”.
Che Martino sia la quinta colonna CIA in Italia è diventato, nel tempo, lapalissiano; ovviamente non come agente, ma molto di più, in vista del riaccaparramento del Ministero.
L’attacco filo-americano-dipendente è concertato: mentre Martino esprimeva il suo folle programma, Berlusconi rinfacciava a prodi di non essere mai stato invitato alla Casa Bianca, a fare azione deferente di vassallaggio all’imperatore.
Il cavaliere ha profittato dell’occasione per ribadire la più falsa delle sue affermazioni, cioè che l’America di Bush sarebbe “la più grande democrazia del pianeta”.
Dovrebbero pronunciarsi i 40 milioni di americani che vivono ai margini dell’opulenza, ormai diventata fittizia; dovrebbe pronunciarsi i ghettizzati isolati nelle estreme periferie delle metropoli; dovrebbero pronunciarsi gli ammalati che non hanno diritto ad alcuna assistenza medica se non pagando profumatamente, dovrebbero pronunciarsi i soldati che muoiono nelle guerre del petrolio; dovrebbero pronunciarsi i popoli che assistono esterefatti alla complicità internazionale degli USA nei confronti della Cina, mentre vengono massacrati i buddisti che non accettano i dictat di Pechino.
Intanto l’economia a rotoli degli USA trascina tutte le economie occidentali; gli speculatori americani si accaparrano il petrolio e determinano il prezzo di cartello bloccando tutte le economie del pianeta, secondo una logica individualista. L’America è in aperta recessione, il solo metodo per neutralizzarne gli effetti è quello di provocare analoga recessione anche negli altri paesi occidentali, secondo la logica del “mal comune”. Le elezioni presidenziali giocano il resto; il partito repubblicano che rischia di perdere la casa Bianca non può permettere che si evidenzi la profonda crisi economica provocata dalle guerre del petrolio, così inglobano nella loro politica fallimentare il resto dell’Occidente.
La combinazione vincete sarebbe una vittoria repubblicana e in Italia berlusconiana, in modo da riprendere in pieno le politiche aggressive, neo colonialiste e imperialiste.
A vantaggio di chi ?
E’ chiaro: solo ed esclusivamente dei poteri forti che dominano i mercati americani: petrolio, energia, armi, dentro il quali ci sono associazionismi ben protetti affinchè non emerga la vera natura delle alleanze.
Il resto è cronaca quotidiana che marcia speditamente verso il periodo più nefasto della storia del pianeta.

Rosario Amico Roxas



Sabato, 15 marzo 2008