Politica
Finalmente chiarezza

di Rosario Amico Roxas

“…. dico all’amico Silvio Berlusconi una cosa chiara e semplice: non tutti in Italia sono in vendita", è l’affermazione di Casini, con la quale rompe i rapporti presenti e futuri con Berlusconi.
Finalmente una parola chiara, un concetto da recepire, una affermazione compresa, capita, e accolta con quel sollievo che arriva quando si sfittisce un mistero.
Che poi mistero non era. Che Berlusconi si stia adoperando per vincere le elezioni è chiaro come la luce del sole, e ne deriva che, privilegiando la politica della vittoria mortifica ogni ipotesi di governabilità della nazione. Il partito del popolo della libertà rappresenta un falso populismo, demagogico, di apparenza, parolaio, ma privo di contenuti che ne giustificano il nome.
E’ l’avanzata del liberismo capitalista provocato da un sistema democratico fragile, frammentato, discorde, interessato ai tanti piccoli orticelli personalizzati che alla grande estensione del popolo italiano. Quando il sistema democratico subisce la deriva liberista, corporativa a sfondo capitalista, tutto può essere tranne rappresentante del “popolo della libertà”, perché le sole libertà garantite sono già state elencate:
· libertà dalla imposizione fiscale con ampia tolleranza delle evasioni, perché la politica di stanare gli evasori avrebbe provocato paura negli stessi, i quali hanno provveduto a nascondere il malloppo evitando di fare investimenti, di creare posti di lavoro, di promuovere la ripresa economica, stante il fatto che veniva loro imposto il rispetto dei doveri e non soltanto la pretesa dei diritti;
· libertà dalle persecuzioni della magistratura che non deve più entrare nel merito dei rapporti economici e delle problematiche connesse;
· libertà dai controlli dello Stato che deve occuparsi solo di fornire i servizi necessari alla classe imprenditoriale a sfondo capitalista, senza permettersi di dettare le regole vincolanti per la reciprocità del rispetto tra diritti e doveri.
E’ chiaro che come corollario ad una proposta del genere diventa indispensabile modificare la Costituzione, specie dove impone l’uguaglianza di tutti i cittadini; modifiche costituzionali a cominciare dalla riduzione del numero dei parlamentari; ipotesi eccellente per ridurre i costi dello Stato e della politica, ma nello stesso tempo rende l’assemblea degli eletti più facilmente controllabile, ricattabile, acquistabile e vendibile; modifica costituzionale anche per i poteri al premier che devono essere ampliati, come accade negli USA, dove il presidente, di fatto, è il sovrano assoluto per il periodo del suo mandato, mentre le assemblee degli eletti diventano un paravento dietro cui mimetizzarsi per trattare gli affari, le congiunture, le campra-vendite; paravento ampollosamente identificato come “tempio della democrazia”.
La deriva che ne consegue è la stessa di quella che portò Mussolini al potere, sostenuto dalla piccola e media borghesia rampante, protetta, coccolata e sostenuta; portò Hitler al potere imposto dalla grande industria che necessitava urgentemente di guerre per vendere i suoi prodotti e attivare una fiorente industri bellica; portò e mantenne al potere Stalin, perché sostenuto da un proletariato illuso.
Anche se cambia la formula il contenuto è il medesimo: si tratta di una deriva autoritaria in grado di mantenere con la forza lo status quo, anche se produce una voragine insanabile tra le classi.
L’ipotesi paventata e sostenuta adesso da Casini è quella mediatrice, analoga a quella che vorrebbe portare avanti il PD, dal momento in cui si è liberato dall’assenza di cultura di governo della sinistra radicale;, quella che predica bene ma razzola male, dal momento che chiede non progressive modifiche dell’impostazione dello Stato, bensì uno stravolgimento “tutto e subito”, ottenibile solo con una nuova rivoluzione tipo ottobre 1917, alla quale succederebbe una restaurazione tipo 9 novembre 1989 (crollo dell’impero sovietico per implosione e caduta mediatica del muro di Berlino). Quelle di Casini è una ipotesi definita di “centro”, perché sostenitrice di una via mediana, in grado di creare collaborazione tra le classi e reciprocità di soddisfazione dei bisogni all’interno di uno sviluppo equilibrato dell’economia; fin ora ritenuta velleitaria perché portata avanti in una coalizione politica dominata da un Berlusconi tutto concentrato all’auto-affermazione, per seguire la deriva autoritaria di questa democrazia agonizzante.
Ben diversa la posizione di pseudo-centro di Mastella, che viene identificata con gli equilibrismi da circo equestre di reggersi con i piedi in due staffe, pronto al balza da una parte all’altra secondo la tipologia eolica che investe la politica.
Finalmente viene detto che “non tutti in Italia sono in vendita”; cosa che non garantisce la percentuale di una tale specie che si vorrebbe portare al livello di rischio-estinzione; tutta la politica berlusconiana, con la sua raccolta indifferenziata dei rifiuti della politica, mira alla vittoria personale, come autoaffermazione, che provocherà il ripetersi della non governabilità, non certo alla tutela dell’ equità dello Stato democratico.


Rosario Amico Roxas



Domenica, 17 febbraio 2008