Politica - Dibattito
Una farsa che non sarà mai epopea epopea.

di Rosario Amico Roxas

L’iniziativa berlusconiana non stimolerebbe l’eco che si sente se non fosse pervenuta da una persona che usa il conflitto di interessi come arma d’assalto.

L’arroganza di determinare le sorti dell’intera nazione attraverso le sue iniziative, viene sostenuta dai mezzi di comunicazione dei quali è il solo monopolista in Italia.

Per scrollarsi da dosso questa evidenza, eccolo attaccare i media con l’accusa, risibile, di concedere troppo spazio a quanti a lui si oppongono; come se l’invasione e l’assedio mediatico tenuto nella trasmissione del suo lacchè Ferrara 8 ½, per propagandare il suo ultimo prodotto messo in vendita sul mercato della politica, fosse stato un evento voluto da altri, al quale si è dovuto adeguare per rispondere alla domanda che si leva imperiosa dal popolo, dal “suo” popolo, mentre si preparano altri scoop nelle solite trasmissioni ammaestrate.

Basterebbe trattare l’evento per quello che appare per ridimensionarlo per quello che è: l’atto finale di una farsa che non diventerà mai una epopea.

Basterebbe o sarebbe bastato, invece viene preso sul serio per ovvii ed evidenti motivi di potere monetario; Bossi si è recato ad Arcore (o è stato perentoriamente convocato ?) per sancire la continuità di una dipendenza acritica, per ottenere che l’impianto della riforma elettorale preveda uno sbarramento “regionale” e non nazionale e manifestare concretamente “eterna gratitudine” per altrri ignoti motivi.

Fonda un partito come un imbonitore da fiera, con un microfono in mano sul predellino di un’autovettura, e con applauditori di mestiere che sottolineano i pregi della “mercanzia”.

Il bollettino redatto dall’organo ufficiale della famiglia Berlusconi, Il Giornale, (fondato da Indro Montanelli e trasformato dalla famiglia Berlusconi….!), si sbilancia in apprezzamenti, ma esagera e documenta la totale estraneità di qualunque sistema democratico all’interno di questo nuovo panettone elettorale.

Tantissime le adesioni all’iniziativa, basta leggere i nomi e valutare.

Aderisce il professionista Giovanardi che lascia l’UDC; aderisce l’ex DC Rotondi con la sua vasta platea di consensi elettorali; aderisce Storace transfuga di AN con la Santanchè; l’ordine del giorno è quello di raggruppare “i moderati” di cui proprio Storace diventa lo sbandieratore; aderisce il plenum dell’ex FI (tranne qualcuno che ancora tiene alla propria immagine), con in testa Michela Vittoria Brambilla, insidiata da alcune concorrenti.

Si preannunciano già riunioni di vertice, ai quali parteciperanno tutti gli aderenti alla farsa, ma in proporzione alla forza politica rappresentata e le decisioni saranno prese a maggioranza, come dire: “parlate pure, ma si deve fare come dico IO”.

Ovviamente il fascino del cavaliere è ancora inossidabile, specie con in super-euro alle stelle; riagguantare la “stanza dei bottini” è perentorio, vale, almeno, il 40% del valore nominale delle azioni mediaset e Fininvest, percentuale perduta insieme alla presidenza del consiglio, ciò significa centinaia di miliardi di euro; per un simile montante l’ investimento di qualche miliardo risulta altamente produttivo, oltre a successivi benefit dalla ripresa dei contatti internazionali.

E la farsa continua, ma non diventerà mai un’epopea; speriamo non diventi una tragedia per l’Italia.




Rosario Amico Roxas



Venerdì, 30 novembre 2007