Finestra politica-1
E’ nato il governo ombra del padrone

di Paolo Farinella, prete Genova

Genova 8 maggio 2008. - Il governo è fatto. Anzi il capo è fatto e la sua ombra si estende sul governo-ombra che è solo la sua propaggine, il prolungamento del suo super-ego. L’opposizione può andare in vacanza permanente perché Berlusconi ha formato da sé il governo ombra a cui ha affidato l’incarico di apparire anche «in chiaro». Da oggi inizia il regime, per dirla alla milanese del «ghe pens mi» o per dirla in termini psicoanalitici: il popolo ha votato solo me e guai chi mi tocca. Il governo è coeso, dinamico ed efficiente: Bossi decide, Berlusconi comanda e 21 supporters diranno sempre e comunque: «Et cum spiritu tuo». La plebe può rispondere: Amen!

Il governo-ombra Berlusconi-quater non nasce sulla forza e la drammaticità della situazione italiana in Europa e nel mondo, ma unicamente per dare spazio (tutto) al capo, visibilità (tutta) al capo; autorità (tutta) al capo. Lo sapevamo già che questa volta non vi sarebbero stati equivoci e che quindi sarebbe nato il «governo del capo», che si sceglie 21 portaborse, assunti non per le loro competenze, ma per la loro abilità di essere «usi ad ubbidir tacendo». Con questo governo l’Italia è fatta!

Spiccano alcune particolarità. Il ministro Guardasigilli non è solo un incompetente, ma è un siciliano servile devoto e adorante del capo al quale deve tutta la sua carriera. Lo spalto della Giustizia è presidiato: il super-inquisito Berlusconi comanda e l’impiegato Guardasigilli esegue. Non vi saranno sorprese per il capo: saranno gli Italiani ad avere amare sorprese. Un siciliano alla Giustizia.

Bondi Sandro alla cultura. La sua bibliografia annovera un titolo: «Una storia italiana» che è l’autobiografia ad immagini del capo, spedita a tutti gli Italiani nella campagna elettorale del 2006. Bondi scrisse le didascalie delle foto, ma vi mise l’impegno del suddito adorante del meraviglioso padrone. Si dice che scrive anche poesie e qualcuna l’ha anche declamata in tv «quindi e quindi», ma pare che quando proclama, si spenga la luce automaticamente perché arrossisce anche il capo, visto che l’oggetto erotico della sua ispirazione è sempre e solo il capo (e dire che il capo di pelo sullo stomaco ne ha più di un yeti!). L’unico merito che Bondi vanta nella sua carriera è di essere stato sindaco del suo paese in quota Pci di allora. Quando si dice il destino cinico e baro.

Domanda e osservazione da marciapiede al governo ombra
1. Dal 1 all’8 maggio, giorno di formazione del governo, sono passati 8 giorni, in cui l’Italia paga già una multa giornaliera di 400.000,00 di multa perché Mediaset non manda Rete4 sul satellite. Fanno 3 milioni e 200 mila euro ad oggi. La multa però parte dal 2004 e dovrebbe essere pagata per intero a carico di tutti i contribuenti: fanno 584 milioni di euro. Come intende risolvere la questione il governo-ombra appena insediato e l’esilarante ex-sinistrorso ministro dell’Economia, Giulio Tremonti? Paga Mediaset o pagano gli Italiani a cui il governo non mette mai le mani intasca? Il prestito di 300 milioni all’Alitalia non è una ulteriore tassa imposta ai cittadini prima ancora di cominciare a governare?

2. Il capo ha promesso che il primo consiglio dei ministri sarà convocato a Napoli per dare un «segnale», ma ha anche detto che non sarebbe andato via da Napoli finché non avrebbe risolto il dramma «monnezza», la cui responsabilità ha fatto ricadere tutta su Prodi. Vogliamo solo ricordare che il 10 aprile 2008 la corte di giustizia europea ha condannato l’Italia perché nel 2003, quando Berlusconi era presidente del consiglio ed Altero Matteoli ministro dell’Ambiente (ora alle infrastrutture), il governo ha applicato male ed in grave ritardo la normativa europea sulle discariche, violando, in particolare, le regole per i rifiuti pericolosi. IL governo Berlusconi è condannato per la monnezza e per giunta tossica, e lo stesso governo Berlusconi dovrebbe eliminare i rifiuti di Napoli e mettere in sicurezza l’Italia?
Da Beh! Stiamo alla finestra e resistiamo, resistiamo, resistiamo.



Giovedì, 08 maggio 2008