È meglio che i vigili del fuoco non paghino l’affitto delle loro sedi e utilizzino il denaro per comperare la benzina per le autopompe: se si presentano dal benzinaio senza soldi, infatti, il benzinaio non apre certo la pompa del carburante per loro, mentre, se non pagano l’affitto, «il padrone di casa è possibile che non li cacci». Questo è uno dei «consigli» (li ha chiamati così lui stesso) che il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, ha dato ai pompieri in crisi di fondi, il 30 maggio 2007, alla Commissione affari costituzionali della Camera. È finito sui giornali ed è stato ascoltato da milioni di telespettatori: sui primi tg, perché su alcuni successivi la frase dei «consigli» è stata pudicamente tagliata.
La frase non è stata presentata, come si potrebbe immaginare, da un «per assurdo, per paradosso, scherzosamente si potrebbe…». No, così come è apparso dalla tv, è stata pronunciata con garbo: il ministro volgeva qua e là la testa come a trovare consensi tra gli ascoltatori intorno e davanti al suo tavolo. Forse si credeva arguto. Già consigliere e stretto collaboratore del premier Bettino Craxi nei quindici anni più fecondi e ricchi per i craxiani, ma allontanatosi o allontanato nel difficile periodo finale conclusosi con la fuga all’estero dell’ex presidente del Consiglio, oggi Amato è responsabile di uno dei ministeri cruciali per la democrazia.
«Per il ministro dell’Interno è arduo, e decisamente insolito, incoraggiare i propri dipendenti a compiere un atto illegale…», scrive il Corriere della sera, restando sul piano dell’arguzia. Arduo? Insolito? Ma che commento giornalistico è? Un ministro che «incoraggia i propri dipendenti a compiere un atto illegale» non è almeno motivo di indignazione e di preoccupazione? Non dovrebbe suscitare scandalo? Un passo dopo l’altro si può far tutto: anche le «porcate», secondo il noto linguaggio di ex ministri come Fini e Calderoli.
Pochi giorni prima, l’onorevole Silvio Berlusconi (anche lui craxiano e amico di Amato nei tempi fecondi) durante la recente campagna per le elezioni amministrative, ha in qualche modo ricordato agli italiani quel che aveva già detto nella primavera 2006, durante la campagna per le elezioni politiche: sono stupidi (aveva usato la parola «coglioni») coloro che voteranno per un governo che certamente farà pagar loro le tasse. Tutto in pubblico. Non c’è commento. Il Dottor Sottile, secondo la definizione che di Amato danno i suoi ammiratori che lo ritengono intelligentissimo, passa indenne da tutti i fori, al governo, all’opposizione, ancora al governo, in Italia, in Europa, e così via. Abilissimo, senza cambiare mai idea. Perché i poveri se non pagano l’affitto sono abusivi, e i pompieri no?
Lunedì, 04 giugno 2007
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