Don Camillo espropria Peppone…..

di Mario Mariotti

Uno dei tanto “probiviri” che hanno costellato la storia dell’umanità è stato il ministro della propaganda del Terzo Reich, Goebbels, il quale affermava che, se una cosa falsa viene fatta passare come vera per centinaia, per migliaia di volte, finisce che la gente crede che essa sia vera. Ora c’è da dire che questa non è certo una scoperta di Goebbels: questa pratica di alienare il prossimo inizia quando gli abitanti di Ur dei Caldei andavano ancora alla scuola materna, e attraverso tutta la storia dell’umanità, altrimenti non si spiegherebbe come mai pochissimi abitanti del pianeta siano sempre riusciti ad accumulare ricchezza e potere, espropriando dei loro diritti umani fondamentali moltitudini di povera gente, caparbiamente ingenua nel credere che la parola potesse accompagnare necessariamente la Verità.
Questa pratica di bestemmiare il vero, ovviamente, è in piena attività anche oggi: la cultura e l’informazione passano per la TV, questa è in mano ad un’oligarchia di fedelissimi seguaci di Mammona, il cui leader prima parla, poi ascolta quello che dice mentre sta parlando, poi riflette sulla musicalità delle parole e se credere o non credere a quello che sta affermando, ed ecco che gli enunciati pascolano per l’etere, e si depositano nei circuiti cerebrali dei futuri elettori, e daranno i loro frutti al momento giusto.
La psicologia aiuta a definire ciò che può creare consenso; le paure della criminalità, delle tasse, del comunismo, dello straniero sono sempre una leva fondamentale. La più grande attenzione viene messa a che fra le parole e i fatti, e la Verità, vengano sempre tenute le debite distanze; per questo il governo Prodi è stato il peggiore dal tempo degli Etruschi, il risanamento dei conti pubblici è stato solo “virtuale”, i vari ministri erano un incrocio fra i vampiri e gli avvoltoi, e i poveri evasori fiscali, e i fruitori dei condoni, hanno visto aumentare l’acidità nel proprio stomaco in proporzione all’alleggerimento delle loro tasche.
Io ora devo dire che questa maledetta prassi, che esiste da sempre, di spacciare cose false per vere e cose vere per false, in una certa misura mi sono abituato: è dal tempo di De Gasperi che sento bestemmiare la Verità, che vedo usare Nostro Signore per consolidare il regno di Mammona, che assisto alla strumentalizzazione dei poveri, dei semplici, degli onesti, per sostenere sia il Tempio che l’Impero. Quello di cui non mi sono ancora abituato, a cui cercherò di non abituarmi mai, è il vedere e il sentire la Verità in bocca a coloro che sono l’ipostatizzazione, il paradigma della bestemmia della stessa Verità.
Quando sento i galoppini dell’ “unto di Arcore”, perpetui paladini del capitalismo, del mercato e della competizione, efficaci e strenui diffusori della cultura Americana attraverso i media e la loro regina, sua santità la TV, che predica il “beati i ricchi” ed il “fatti i cavoli tuoi” per 48 ore al giorno, ululare contro la globalizzazione, contro lo sfruttamento eccessivo degli operai, a favore del protezionismo e della imposizione di regole e limiti al liberalismo, non riesco a resistere. Qui don Camillo, che parla da capitalista che ha paura di un altro capitalismo, ruba la parte al compagno Peppone.
In aggiunta, devo anche sentire che coloro che avrebbero dovuto contrastare il capitalismo, ma sono stati sconfitti, vengono ora accusati di essere stati la causa di quel negativo che non sono riusciti a contrastare, e proprio per colpa di quegli accidenti che sono riusciti a contaminarli e a renderli omogenei a loro stessi, ora li stanno beffardamente accusando. Prima ti convincono che hanno ragione loro, poi ti condannano perché gli hai dato ragione. Questo meccanismo è di una mostruosità estrema: si accusa la globalizzazione non dicendo cosa è che si è globalizzato, cioè il capitalismo ed il mercato, dato che lì si sono difesi fino ad oggi, e si continua a venerarli; si afferma che essi vanno regolamentati e limitati, in modo che il cancro resti, ma sia solo meno virulento; si accusa l’opposizione in quanto corresponsabile di un negativo di cui sarebbe complice e non vittima; in aggiunta quest’ultima non difende l’alternativa possibile, il socialismo, quasi che non credesse più all’utopia della fratellanza, ed ecco che si chiude il cerchio e si uccide il futuro.
Siamo in una situazione analoga a quella dei vicari vaticani, che inneggiano alla povertà dalle regge pontificie; che ululano per presunte limitazioni della libertà di parola, mentre loro stessi hanno imposto il silenzio a tutte le voci non allineate al magistero (vedi Teologia della Liberazione); che si preoccupano del destino delle cellule staminali e degli embrioni in un mondo che lascia morire migliaia di piccini ogni giorno, a causa dei privilegi dei pochi, i quali sono riusciti a comperare perfino la Verità, oltre al silenzio della casta sacerdotale sulla trinità maligna: capitalismo, mercato e competizione, che si sono globalizzati anche per responsabilità di lei.
Si, forse è proprio questo il peccato contro lo Spirito: l’accalappiare la Verità, l’usarne la forza per acquisire quella credibilità che permette poi di contraddirla nei fatti; l’espropriarla a coloro che cercano faticosamente di costruirla, materializzandola nella loro vita.
Questo è il peccato che non troverà perdono, e io mi appiglio a questa speranza, perché so bene che il futuro del mio inferno sarebbe quello di venire legato davanti ad un televisore, e dovermi sorbire per l’eternità tutte le bestemmie che i ricchi ed i potenti pronunciano, dichiarando, mentre la stanno prostituendo ed usando, di servire la Verità.

Mario Mariotti



Venerdì, 04 luglio 2008