• Le salsicce di Sant’Antonio • La famiglia allargata • La famiglia più allargata • I cannoli di Cuffaro • Il partito di Dio • Il partito del padrone • Il Te Deum di ringraziamento Risultava impossibile trovare un titolo per riassumere il caos che regna sovrano; sfido chiunque a raccapezzarsi in questo
coacervo dove si mischiano, in maniera oscena, sacro e profano, sentimenti ed interessi, politica e ipocrisia, in un brodo
gustosissimo per alcuni, ma disgustoso per la maggioranza degli italiani.
Ceppaloni (Le salsicce di sant’Antonio)
La nota cittadina campana, diventata la capitale morale della sacralità della famiglia, si apprestava a festeggiare il
Santo Patrono: Sant’Antonio. I festeggiamenti, tanto attesi per tutto un intero anno, tra omelie, canti, incensi, salmi e
funzioni solenni, sono stati rinviati a data da destinarsi. Lo ha annunciato il parroco durante una funzione, nel corso
della quale si evidenziava il vuoto della prima fila dei banchi, nei quali era solito appostarsi l’intero gruppo familiare
dei Mastella. Quei festeggiamenti, che si concludono con giochi pirotecnici e una poderosa e pubblica rosticciata di
salsicce “non s’ha da fare” in segno di “lutto morale” per le persecuzioni religiose scatenatesi contro quella famiglia del
primo banco. Persecuzioni religiose ? Sì e lo chiariremo.
Roma (Piazza san Pietro) “La famiglia allargata”
Giornata della solidarietà al pontefice; fra i tanti sostenitori del papa non poteva mancare Clemente; lui vittima della
persecuzione religiosa scatenata contro di lui, reo di avere dato ascolto alle insistenti sollecitazioni papali sulla
sacralità della famiglia. Lui ha rispettato le invocazioni papali (anche se forse non aveva ben capito il concetto !), e
fece della sua famiglia il centro delle attenzioni, allargando anche tale famiglia ai parenti prossimi e remoti, agli amici
fidati (almeno fino a quando si reggono i cordoni del potere) ed anche agli amici degli amici. Un incarico ad uno, una
investitura ad un altro, un appalto, un primariato, una presidenza, una vice-presidenza,…tutto rigorosamente in famiglia.
Ora viene perseguitato come i primi cristiani, colpevole di avere seguito i suggerimenti del pontefice. Ed era lì, in prima
fila in Piazza San Pietro a testimoniare la sua fedeltà e la sua coerenza.
Milano (Piazza san Babila e dintorni) “La famiglia più allargata”
Ma se la famiglia è sacra, perché fermarsi ad una sola e sprecare tanta sacralità ? Così stimolato da tanta premura, eccolo
saltare sul predellino di una macchina, casualmente fornita di megafono, per fondare un altro partito da affidare alla sua
allargatissima famiglia. Ricordo un refrain degli anni cinquanta, nel quale un coretto di menestrelli intonava: “La
famiglia Brambilla in vacanza….).
Palermo (Palazzo dei Normanni) “I cannoli di Cuffaro”
Ascoltata la sentenza, il governatore della Sicilia ha esultato, gioito e festeggiato. Una “mite” condanna a cinque anni di reclusione, per una persona come Cuffaro, è una inezia, una bazzecola; giunto nello
storico Palazzo dei Normanni, costruzione sorta su una fortezza araba, ristruttura e ampliata da Ruggero II che fece
costruire la Cappella Palatina, eccolo circondato da giornalisti, funzionari, supporter (per impedimenti burocratici
assenti Riina, Provenzano, Lo Piccolo e Messina Denaro !), ed ecco spuntare gli immancabili “cannoli” siciliani. Nelle stanze che furono di Federico II, lì dove nacque la prima idea europea, il successore degli Svevi, degli Angioini,
degli arabi, dei normanni, dei bizantini, ha festeggiato la sua vittoria con spumante e cannoli, (alternativa al più noto
menù a base di gazzosa e sarde salate) con un rito che, ancora oggi, viene chiamato “u spesatu” .
Roma (Piazza san Pietro) “Il partito di Dio”
I maggiori commentatori politici, quelli più culturalmente onesti e veritieri (Bruno Vespa, Emilio Fede, Gasparri, Bondi,
Fini, Borghezio…tutti giornalisti professionisti secondo l’affermazione universalmente nota e sancita: “E’ meglio fare il
giornalista che lavorare !”), hanno dichiarato che in occasione della “Giornata della solidarietà al Pontefice” è nato il
“Partito di Dio”, acronimo PdD. Dio alla testa di un partito politico, quello stesso Dio che scacciò i mercanti, i ruffiani, i cambiavalute, gli strozzini
e i politici, dal tempio; quello stesso Dio che sancì il diritto di Cesare diversificato dal diritto di Dio; quello stesso
Dio che affermò che il Suo regno non era di questo mondo, si ritrova leader di un partito e stavolta come Presidente,
infatti si era stancato di fare il vice-presidente (manco vicario, che spetta a Tre Monti) di FI.
Milano (Piazza san Babila) (Il partito del padrone)
Si ridimensiona il nuovo PdPdL (Partito del Popolo delle Libertà), alla luce del neo-nato Partito di Dio, per arenarsi ad
essere solo il partito del padrone e della sua famiglia allargatissima.
Caltanissetta (Una parrocchia di periferia) (Il Te Deum di ringraziamento)
La capolista alle elezioni regionali per la “Lista Cuffaro”, Giusy Mosca, trombata, ha organizzato una veglia di preghiera
in attesa della sentenza del tribunale di Palermo a carico del leader Totò. Le pie donne hanno pregato perché il Padreterno
illuminasse i magistrati del collegio giudicante e assolvessero il loro più diretto referente dall’accusa di far parte
integrante della mafia. La sentenza arrivò, grazie alla intercessione del Padreterno, che ormai si è dato alla politica con un suo partito,
decretando una mite condanna a soli cinque anni di reclusione per avere “solamente” informato un mafioso in servizio
permanente effettivo, di essere oggetto di attenzioni da parte degli inquirenti; notizia che permise al mafioso di prendere
le dovute cautele nell’espletamento delle sue funzioni. Il miracolo si è compiuto. Le pie donne, purtroppo prive
dell’assistenza del parroco che non ha voluto saperne di essere coinvolto, hanno intonato il “Te deum” di ringraziamento,
ma senza cannoli…li aveva acquistati tutti Totò.
Lunedì, 21 gennaio 2008
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