La dissacrazione pilotata

di Rosario Amico Roxas


NULLA resiste alla prepotente aggressione del nuovo materialismo che ha invaso l’Occidente, distruggendo tutto ciò che ha edificato la cultura umanistica.
Distrutti gli ideali, le ideologie, i principi per favorire le apparenze e gli slogan; ma non è bastato, rimanevano ancora taluni valori che apparivano inviolabili, perché solidamente cementati nella fede. I Sacramenti sono sempre apparsi come il valore di contatto con Dio, non solamente nella loro essenza ma, molto di più, nell’accoglienza riservata loro, che manifestava la totale adesione al mistero che ci sorregge.
L’attacco è stato sferrato per la loro dissacrazione, per svuotarli del loro significato.
La comunione è diventato un “aperitivo” da consumare in piedi, possibilmente offrendosi alla visibilità per dimostrare ai fedeli l’ipocrisia di una fede opportunistica, e agli atei che, in fondo, non accade nulla, si tratta solo di un aperitivo. Ho assistito a tale dissacrazione a Tunisi, in occasione dei funerali di Craxi, quando Berlusconi si alzò dalla sua panca e si accostò al sacerdote con-celebrante per raccogliere dalle sue mani la particola; divorziato, colpevole di avere fatto abortire la moglie alla 28° settimana, e quindi lontanissimo dai Sacramenti, volle dare il via all’opera di dissacrazione di quel poco che ci restava come sollievo delle coscienze.
L’itinerario è proseguito, incalzante e senza tregua, quando decise di essere il solo che poteva identificare i cattolici, negando, senza essere doverosamente ripreso dalle gerarchie vaticane, a quanti non la pensano come lui, il diritto di dichiararsi cattolici e cristiani; disse infatti: “Siamo solo noi che rappresentiamo il mondo cattolico, non c’è posto per i veri cristiani dall’altra parte”.
Il Vaticano brillò di colpevole silenzio.
Inarrestabile la marcia dissacratoria che vede coinvolte anche le alte gerarchie vaticane, quando si volle mortificare la carità cristiana negando a Piergiorgio Welby il diritto di entrare nella casa del Padre, sbarrando le porte alla pietà e all’Amore.
Oggi si permette che una persona colpevole di procurato aborto alla 28° settimana, assimilabile a infanticidio, si erga a difensore della vita “dal suo concepimento alla fine naturale”, senza prenderne le doverose distanze.
Il vertice più alto di tale dissacrazione l’abbiamo visto in San Pietro, simbolo stesso della Chiesa irradiato nel mondo intero; lì il vertice massimo della Chiesa, vicario di Cristo in terra, si è prestato a recitare un ruolo comprimario in uno spettacolo indecoroso di rito dissacrante: il battesimo pubblico di Magdi Allam. Non si tratta di un gesto di fede acquisita dopo un tormentato convincimento; in questo caso il battesimo sarebbe stato impartito nel chiuso di un convento e nella riservatezza che meritano i momenti di intimità con Dio.
Invece c’erano le luci della ribalta, i cineoperatori pronti a riprendere la sceneggiata e riproporla a tutto il modo, per dilatare il momento dissacratorio. Al posto di invitare al dialogo con tutte le religioni, con tutte le culture e con tutti gli uomini, le gerarchie vaticane hanno preferito invitare allo scontro, con una pubblica manifestazione di sfida che per l’Islam significa un disprezzo per la loro religione. Una pubblica sfida che con Magdi Allam ha ottenuto il massimo di visibilità.
Le gerarchie islamiche, che pure non hanno voce in capitolo per quanto riguarda i rapporti tra l’uomo e Dio, non hanno mai pubblicizzato l’adesione di tanti cattolici alla fede del Corano; ma il Vaticano ha preferito cadere nella trappola del protagonismo trascurando, ulteriormente, la vocazione e l’insegnamento che Cristo le aveva affidato.
Ora siamo tutti pronti a ricevere una pontificia benedizione (anch’essa dissacrata) che ci vorrebbe trasformare tutti nei nuovi crociati del XXI secolo, per combattere gli infedeli islamici nel nome di Dio e del petrolio.


Rosario Amico Roxas



Martedì, 25 marzo 2008