Sicilia: disinfestazione politica

di Rosario Amico Roxas

Fa ancora discutere la composizione del governo voluta (fortemente voluta) dal presidente Lombardo. Emergono scontenti, taluni perplessi, altri contrariati, molti dubbiosi, moltissimi speranzosi. Questi ultimi appartengono alla disincantata popolazione più neutrale che attivamente partecipe. Neutrale perché sta alla finestra a giudicare dai risultati e non certo dalle premesse. Ormai in Sicilia siamo stanchi delle premesse, che diventano promesse , ma che rimangono nel limbo delle buone intenzioni; fatti concreti non ne emergono da oltre 60 anni, due generazioni, secondo un copione che parte dallo sbarco a Gela degli alleati, quando il comando americano impose la direzione delle nove prefetture siciliane a otto emigrati negli USA (si salvò dalla mafiatizzazione dell’isola solo Caltanissetta, dove la Chiesa riuscì ad imporre alla prefettura un proprio personaggio nella persona dell’avv. Cammarata), regolarmente inseriti nella mafia siculo-americana. Lo stesso sbarco fu favorito dagli apparati mafiosi, secondo un preciso ordine che Luky Luciano impartì a “don” Calogero Vizzini”. La mafia ebbe la sua rivincita e potè insediarsi nel suo impero, dopo un lungo periodo di “vacanza”. Ci furono poi i vari tentativi destabilizzanti, con pretese americanizzanti, con il banditismo politico di Salvatore Giuliano, sacrificato alla logica del potere dopo che taluni apparati dello Stato se ne erano ampiamente serviti.

Riflessione da “coro muto”, come nelle tragedie greche.
Quando si è proprietari di un florido oliveto, si tiene molto a condurlo nel migliore dei modi; così annualmente si provvede a fare la disinfestazione contro la temibile mosca olearia. Ma si tratta di un palliativo, perché se nell’oliveto limitrofo non viene eseguita la medesima disinfestazione, il lavoro fatto viene vanificato, perché i parassiti, terminato l’effetto disinfestante, aggrediranno oliveto bonificato come se nulla fosse stato fatto.
Favola significa.......
Quando si è convinti di trovarsi in una atmosfera piuttosto purificata, anche come attore, e si vede l’altra atmosfera, quella politico-gestionale, pesantemente inquinata, e si resta a guardare, l’inquinamento, prima o poi, coinvolgerà anche la zona immune, trasformandola in una zona grigia non ancora inquinata ma nemmeno più immune.
Mi è capitato di leggere commenti a questo governo Lombardo, dove si parla di incomprensibili salti di confine, specie da parte di personaggi nuovi alla politica, certamente provenienti dalla zona bonificata che sono transitati dalla analisi teorica dell’inquinamento, senza alcuna possibilità di intervento, a quella operativa, nel tentativo di disinfestare quell’ambiente pesantemente inquinato.
Più che di salto di confine parlerei, piuttosto, di un tentativo eroico di mettere a disposizione della collettività alla finestra, il proprio bagaglio di una visione della politica e dell’amministrazione lontanissimo dai compromessi che da oltre 60 anni hanno determinato l’involuzione che ha bloccato ogni corretto sviluppo dell’isola dentro l’alveo gattopardesco dell’immobilismo.
Ho detto “parlerei” di eroismo, ma con molta prudenza; il cielo degli eroi, in Sicilia, risulta anch’esso inquinato, essendo stati elevati agli onori monumentali mafiosi pluriomicidi, con condanne all’ergastolo, che hanno meritato tale promozione solo per aver applicato l’antica legge dell’omertà; quindi, magari, evitiamo il termine “eroi” per parlare, molto più correttamente, di persone interessate a compiere il proprio dovere, senza condizionamenti ambientali, per tentare una bonifica attesa da oltre mezzo secolo.



Mercoledì, 04 giugno 2008