«E’ avvenuto, quindi puo’ accadere di nuovo»

di Giulio Vittorangeli

[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli@wooow.it) per questo intervento.]


E’ stata inaugurata una nuova stagione politica tra maggioranza ed opposizione, bipartisan, all’insegna della cortesia e delle grandi intese. Del resto ha vinto Berlusconi con il programma di Veltroni; certo avrebbe potuto vincere Veltroni con il programma di Berlusconi... l’accusa in campagna elettorale non e’ stata forse quella di essersi copiati il programma?

Per cui in Parlamento si consuma il rituale surreale di un palazzo pacificato: "serenamente e pacatamente... si puo’ fare!".

Solo che fuori il paese brucia, e non solo metaforicamente.

La cultura di destra e’ ormai egemone ovunque. Gli adolescenti vittime e carnefici del cosiddetto "bullismo", riproducono la ferocia dell’ideologia dominante.

A Nascemi tre minorenni diventano branco e seviziano il corpo di una ragazzina coetanea.

A Verona si puo’ morire per mano di una banda di neofascisti, ufficialmente "per una sigaretta negata".

A Napoli un grave episodio di cronaca scatena il terribile "fai da te" di una comunita’ suburbana. La responsabilita’ individuale per le singole azioni viene sostituita dalla punizione collettiva alla comunita’ di appartenenza. Siamo alla pulizia etnica, ai pogrom. Centinaia di persone con taniche di benzina e bastoni aggrediscono i campi rom di Ponticelli.

Dicono che dietro c’e’ l’ombra della speculazione edilizia legata ai progetti di riqualificazione dell’area dove sorgono (sorgevano) gli insediamenti. Ed inevitabilmente alla testa della protesta c’e’ la camorra, quella che ha insanguinato Napoli con centinaia di delitti. Solo che con la macrocriminalita’ ci si convive, mentre e’ la microcriminalita’ che angoscia.

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Una frase famosa ammoniva che se si iniziava col bruciare i libri si finiva col bruciare le persone. Noi abbiamo saltato la prima parte, siamo gia’ al tentativo di bruciare direttamente gli esseri umani.

Del resto i libri non li legge piu’ nessuno, non c’e’ piu’ l’esigenza di bruciarli; ci si "forma" solo attraverso la televisione, la cui programmazione e’ suddivisa fra informazione terrorizzante (cio’ che fa notizia sono le cattive notizie) e puro intrattenimento di rara oscenita’. Vorra’ pure dire qualcosa se il padrone delle tv commerciali e’ oggi il Presidente del Consiglio.

Avremmo bisogno di un’informazione che provi a rappresentare la complessita’ del reale e non a porre false equazioni tra immigrati e criminalita’; dove la crisi e le difficolta’ odierne, la precarieta’ del lavoro, l’aumento del costo della vita, talvolta anche il prezzo del pane, sono attribuiti essenzialmente alla presenza degli immigrati, piu’ o meno regolari. Avremmo bisogno di una politica che si proponga di governare fenomeni sociali complessi e non di esorcizzarli seminando odio e paura.

Avremmo bisogno di una societa’ non piu’ spietata, ma di una vera convivenza fatta di diritti uguali per tutti; di un mondo che non abbia un bisogno cronico di vite vendute, importate da lontano, spremute, e poi da incenerire o deportare.

Intanto la bestia feroce dell’odio verso il diverso (ieri l’ebreo, oggi il rom, il romeno, l’islamico, eccetera.) e’ nuovamente uscita dalla gabbia. Si invocano prefetti e commissari straordinari; si trovano giustificazioni ad operazioni squadriste e razziste, di uomini e donne che lanciano bottiglie molotov contro altri uomini e donne colpevoli di essere nati altrove e di essere poveri e malvestiti.

Si chiedono a gran voce rimpatri ed espulsioni. Cosi’ nell’attesa che la nostra compagnia area si riprenda, possiamo usare per le deportazioni i treni; magari per maggiore sicurezza blindare i vagoni. Poi per precisione possiamo numerare i "viaggiatori" (visto mai che qualcuno voglia fuggire), magari tatuando il numero sul braccio e perche’ no, visto che siamo alla pulizia etnica, possiamo anche usare i triangoli di diversi colori, secondo la "razza" di appartenenza.

E’ stato fatto gia’ in passato, ma oggi possiamo fare di meglio; siamo nel nuovo secolo con una nuova tecnologia piu’ sofisticata. Non e’ detto che si debba ricorrere ai vecchi sistemi delle camere a gas. Del resto, almeno i rom ci sono abituati; erano nei campi nazisti insieme agli ebrei. E recentemente sono passati anche per le espulsioni delle guerre balcaniche. Mai come in questo momento ci sembrano incontrovertibili le parole di Primo Levi: "E’ avvenuto contro ogni previsione; e’ avvenuto in Europa... E’ avvenuto, quindi puo’ accadere di nuovo...".

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
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Numero 460 del 19 maggio 2008



Luned́, 19 maggio 2008