Politica - Dibattito
Di Bush si muore

di Rosario Amico Roxas

L’ulteriore attacco al contingente italiano in Afghanistan dimostra solo che di Bush si muore, o, almeno, muoiono i soldati mandati a servire una causa che non ci compete, resa estremamente complessa dalla politica americana, gestita senza alcuna competenza culturale sul territorio.

Secondo la filosofia di Bush con la forza si genera il terrore della popolazione, quindi l’affermazione di un nuovo neo-colonialismo. La medicina collaudata dall’amministrazione Bush non ha guarito quei territori dal terrorismo, né dalla legittima difesa dell’integrità e della libertà del proprio territorio dalle invasioni straniere che vogliono solo sottrarre materie prime dai loro neo-coloni. Quando una medicina aggrava la malattia e non la guarisce, vuol dire che si tratta di una medicina cattiva, non idonea, sbagliata, per cui un buon medico ha il dovere di scusarsi dell’errore e modificarla immediatamente. Così non accade per Bush che sta agendo come il dittatore pro-tempore degli USA, utilizzando anche il diritto di veto che la costituzione, vecchia di tre secoli, gli consente.

• I soldati muoiono, avranno esequie e onori militari, si dirà che “hanno dato la vita per la Patria”, riuscendo a mentire anche di fronte all’evidenza. Non hanno dato la vita…. Sono semplicemente stati uccisi perché si trovavano nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. Si dirà anche “…per la Patria”, altra vergognosa menzogna; la Patria non aveva bisogno della loro vita, e se l’hanno perduta è solo per il governo che lì li ha mandati, quel governo che non rappresentava né la Patria né il popolo italiano. Esequie, lutto nazionale, silenzio fuori ordinanza, pensione privilegiata, un saldo pecuniario con il quale i mandanti della morte purificano la sporca coscienza. Ma l’Afghanistan non può essere lasciato; lì è previsto il passaggio del nuovo oleodotto dell’UNOCAL e non si può abbandonare in mano agli ex alleati talebani, diventati nemici.

• Ma i mandanti di quei soldati, i governanti che hanno deciso un intervento militare chiamato ipocritamente “missione di pace”, oltre che commemorare, esprimere condoglianze, stabilire un forfait per compensare la famiglia, cosa hanno ottenuto da quelle decisioni assurde ?

• Ho scritto molte volte che non mi convince la concomitanza dell’invio del nostro contingente in Afganistan prima e in Iraq dopo, con i finanziamenti miliardari che hanno salvato mediaset e fininvest da un fallimento annunziato; non credo alle coincidenze quando di mezzo ci sono montagne di denaro; non credo alla buona fede; non credo alla volontà di esportare la democrazia; non credo al dovere di provare riconoscenza eterna sulla pelle di tanti ragazzi e tanti padri di famiglia; non credo ad un “amore di patria” che coincide con l’arroganza del potere.

• Credo piuttosto all’evidenza dei fatti, ai lutti che si susseguono, ai ragazzi che tornano in famiglia dentro una bara, mentre intorno una fanfara rende onori che non avevano richiesto.

• Credo che chi mette avanti interessi pubblici solo per camuffare laidi interessi personali, non debba meritare credibilità, piuttosto andrebbe isolato come nemico del popolo, del quale si serve.
Questo governo si è ritrovato impelagato in Afghanistan, all’interno di una risoluzione dell’ONU; per ottenere i voti per il rifinanziamento della missione ha dovuto financo sottoscrivere l’accettazione che la missione in Iraq era stata “una missione di pace”; da questo ricatto si evince la falsità e la viltà di non sapersi assumere le responsabilità delle decisioni.

Continueranno a morire in Afghanistan i nostri soldati, perché sono stati inquadrati come alleati delle inutili forza americane, e, quindi, complici di crimini di guerra, che non saranno mai giudicati come tali per viltà planetaria.



Giovedì, 29 novembre 2007