Diario di una domenica d’orrore

di Doriana Goracci

domenica 3 febbraio 2008 22.03

COMINCIAMO col dire che in Italia centrale, quella del governo per intenderci, è piovuto dappertutto l’ultima domenica di Carnevale. Non è uno scherzo che la signora Sandra Lonardo Mastella domani tornerà a lavorare in consiglio regionale in quanto sono finiti gli arresti cosiddetti ceppalonici, come fosse stato un buon ritiro spirituale.
Non è uno scherzo che il Papa e un po’ tutto l’entourage medico scientifico, ci hanno informato che salveranno il feto vivo, fosse pure a 4 mesi e con la donna non conseziente, per quell’ accanimento amoroso da promuovere anche prima che nasca. Non è uno scherzo che già si fanno i nomi per le elezioni e tra questi si autonomina Bertinotti come premier di un cartello Cosa Rossa-Sinistra Arcobaleno. Non è uno scherzo che Antonio Bassolino dica: "Oggi la gente scende in piazza contro le discariche legali, ma nessuno protestava quando la camorra imponeva che nei terreni campani venissero sversati rifiuti tossici provenienti dal Nord", un presidente davvero informato al punto che ha taciuto in questi anni quello che sbandiera con disprezzo oggi. Io come Mimì mi fo il pranzo da me stessa e reduce da una passeggiata romana in cerca di emozioni e non orrori, mi sono invece imbattuta al Palazzo delle Esposizioni nel fotografo americano Gregory Crewdson, che cominciò dagli anni 80 ad ottenere prestigiosi riconoscimenti e finanziamenti per descrivere spesso con set accuratissimi, l’America suburbana e rurale, quasi in preda a misticismi e feticismi soprannaturali che ricordano l’orrore del Cinema visionario in una sala a fianco all’esposizione.
C’era ieri il film di David Linch con Eraserhead , la mente che cancella, un film del 1977. Lo vidi a Roma in una sala del Filmstudio, in attesa del primo figlio. Fu per me una sfida, come si usava in quegli anni densi di cinematografia genialmente allucinata,vedere quegli orrori.Trovai glaciali silenzi come nelle foto che amavo della Diane Arbus, certo non finanziata come il fotografo Crewdson. Linch presentò allora un incubo ad occhi aperti, un mondo di bianco e nero con un rombo in sottofondo dalla natura sconosciuta. La rappresentazione dell’orrore, senza azione,solo con la visione mi riporta all’orrore che invocava Marlon Brando-Kurz in Apocalipse Now , l’orrore del dato biologico che, senza cultura, è disumanità e quindi "orrore", quello che si riscopre, risalendo il fiume, quell’assenza di verità, quella grande orribile menzogna.
Era il tempo della ricerca dell’inizio che è nella fine: This is the end...Or piombo esausta tra le tenebre!

Doriana Goracci



Martedì, 05 febbraio 2008