Cronaca d’aprile

di Doriana Goracci

QUESTO articolo, non lo scrivo io, lo faccio scrivere da chi l’ha vissuta direttamente la storia che racconta perchè siamo totalmente drogate e drogati da immagini e parole che agiscono per noi, in maniera irrazionale e a noi pare ragionata, come ad esempio giungere a delegare certi soggetti a scrivere e cancellare le leggi, quali Ferrara, tanto per prenderne uno e rappresentare. Si, siamo noi donne, e anche certi uomini,a contestare, forse dandogli ulteriori clamorose possibilità di esistenza nei media. Ma i Media non raccontano la nostra rabbia, la repressione che noi tutte subiamo, nel non poter parlare, raccontare, replicare alla violenza che viene metodicamente applicata, con modi più o meno rozzi e raffinati come ben descritto nella lettera che segue. E’ un’amica conosciuta in rete, so poco di lei, ma capita sempre più di questi tempi che ci intercettiamo, uomini donne, abili e disabili su tutti i fronti, ci scriviamo incontriamo telefoniamo, scendiamo per la strada. Perfettamente consapevole che un vetro blindato ci divide e come mosche rimaniamo appiccicate lì, ma a volte anche il vetro si incrina e cade in mille e mille schegge: impazzite? Fate voi e attenzione a raccogliere i cocci, a volte feriscono anche se si usano tutte le precauzioni del caso.


Doriana Goracci



"in anteprima..sono appena tornata dal presidio che ha cercato di impedire al Ferrara il suo ignobile comizio a Milano. Circa duecento tra compagne e compagni. Ferrara è costretto a fare comizi blindati nelle sale parrocchiali, a entrare di soppiatto dalle porte di servizio. Abbiamo cercato di entrare anche noi, ma un termitaio di poliziotti (nonostante ci fossime vestite tutte per benino) non ci ha fatto entrare. Solo due, travestite da madri di famiglia, hanno potuto accedere. Appena hanno osato contestare Ferrara, sono state buttate a terra e trascinate fuori. Noi con megafoni e striscione ci siamo sgolate, ci venivano parole d’ordine in continuazione e armate di prezzemolo abbiamo atteso che la bieca assemblea dei partecipanti uscisse per far loro l’omaggio floreale. Ferrara è stato costretto ad uscire da una porta di servizio, quando siamo accorse l’auto è scattata a tutta velocità e un feccio della sua scorta privata ha preso un giovane che aveva lanciato un uovo e l’ha sequestrato per una diecina di minuti dietro un cancello chiuso a cui non potevamo accedere perchè presidiato da pulotti. Sono stati costretti a rilasciarlo, ora anche la digos privata di Ferrara è autorizzata all’arresto, se questo non è fascismo, dimmi tu cos’è. Le facce di coloro che uscivano dalla sala parrocchiale erano vomitanti livore contro di noi, ci volevano al rogo. Anche dalle finestre dei palazzi lì attorno varie famiglie urlavano alla polizia di intervenire, avevano il terrore che le loro automobili fossero toccate dai giovani. Le ragazze sono dei cuor di leone, non hanno paura di niente, si sono lanciate contro la polizia con l’orgoglio di chi sa di essere dalla parte del giusto. Eravamo in pochi, è vero, ma il cuore e la combattività non sono mancate. Purtroppo io vivo in questa città, Milano, blindata dalla finanza, la sua borghesia è qualcosa di vomitevole, crudele, altezzosa, sprezzante, orribile. Essa ha in mano la città e per i giovani qui è più dura che altrove. Ma sono tanto felice, abbiamo fatto anche noi, la nostra parte. Un caro abbraccio, E."



Domenica, 06 aprile 2008