Politica - Dibattito
Il problema della sicurezza

di Mario Mariotti

Secondo il modestissimo parere del sottoscritto, hanno ragione quelli che vedono, come causa principale dell’esodo dei “probiviri” dei vari paesi dell’Est verso le nostre contrade, la quasi impunità dei reati commessi nel nostro Paese. Se in uno Stato rubando una gallina, si fanno due anni di carcere, e in un altro, rubando 14 miliardi di euro, ci si ritrova agli arresti domiciliari in villa, la corsa dei “probiviri” dal primo al secondo paese sarà talmente veloce da servire come allenamento per la maratona di New York.
Erika poi, ché ha massacrato mamma e fratello col 90 coltellate, ha finito gli studi in carcere a nostre spese, e fra poco uscirà; l’ubriaco che ha travolto e ucciso quattro ragazzi, è stato condannato a sei anni di carcere, ma si trova agli arresti domiciliari con vista sul mare, e prenderà soldi scrivendo un libro sul proprio travaglio interiore; in sintesi, anche i reati più gravi, o col patteggiamento della pena, o con la buona condotta, o con l’indulto partorito per tenersi buona S. Romana Chiesa e non imporre nuove tasse destinate alla sicurezza, vedono i colpevoli, dopo pochi anni, pascolare tranquillamente fra noi in libertà. Questo è un motivo per cui il problema sicurezza dei cittadini non troverà soluzione, nonostante i dibattiti e i decreti legislativi partoriti dall’attuale dirigenza politica sia di governo che di opposizione, che, purtroppo, si concentrano sull’obbiettivo dell’espulsione, e non su quello della certezza della pena.
L’altro motivo, il più determinante, è quello della qualità della persona nella nostra cultura USA dipendente, cultura che ormai non trova più nessuna resistenza. Il lavoratore è ormai diventato un “consumatore instabile e nevrotico”; inoltre, poiché la competitività è un dogma universale, ogni uomo oggi è lupo all’uomo (mentre uno dorme, l’altro studia il modo di ingannarlo); poi anche la famiglia è andata a farsi benedire, e la persona, da fine in sé stessa, è stata prostituita in strumento per realizzare profitto; sintesi finale: siamo nella perfetta globalizzazione del caos.
Questo caos, poi, ha come prospettiva quella di amplificarsi. Oggi, nonostante al governo ci sia l’Unione, per qualche imperscrutabile motivo l’informazione è ancora in mano alla congrega della Casa delle libertà. Approfittando del fatto che la Sinistra non ha ancora ben chiarito a sé stessa che il problema della sicurezza dei cittadini è una precondizione rispetto ad ogni altro tipo di iniziativa e di progetto per risolvere i problemi della nostra società, ecco che i telegiornali vengono pilotati e trasformati in resoconti di cronaca nera; ecco che tutti i politici devono risultare corrotti; ecco che allo stesso modo anche i giudici lo devono essere, corrotti; ed ecco che al governo si è insediata un’accozzaglia di vampiri che succhiano, con le tasse, anche il sangue dei poppanti! A questo punto la strategia della tensione di ieri, contro il pericolo rosso, oggi diventa strategia dell’informazione contro i vampiri che governano, contro gli arabi che ci vogliono islamizzare, contro i rumeni che sussistono solo per delinquere, contro i rom che competono con loro in questo tipo di sport. Alla fine del percorso ho paura che il “bipede italico”, reso tale dall’imprinting, nel proprio DNA, della cultura cattolica, specializzata nel far vedere quello che non c’è e non vedere quello che c’è, sentirà la profonda e rinnovata esigenza di un nuovo “uomo della provvidenza”, che saprà liberarci, con la certificazione-doc di S. Romana Chiesa, dai rom, dai rumeni, dagli islamici e soprattutto dall’incubo delle odiosissime tasse.
Per superare questo pericolo incombente, che oggi sfrutta il problema sicurezza perché il pericolo rosso non regge più, non sarebbe molto più semplice rendere obiettiva e democratica l’informazione, smettere di amplificare o di nascondere i problemi, e poi, invece di fare nuove leggi, far rispettare quelle che ci sono, e far pagare senza se e senza ma, a quelli che delinquono, la loro pena in un modo meno virtuale di quello di oggi? E mentre si lavora per creare le condizioni strutturali della sicurezza, mandando il mercato e la competizione a farsi benedire, pianificando l’economia, cercando di far avere a tutti il posto di lavoro non precario, un salario decente, una scuola decente, una sanità decente, una casa decente, e sminuendo culturalmente la classe dei ricchi e dei furbi a favore del valore del lavoro, che poi, fra l’altro, è la vera e sostanziale condizione eucaristica lo spendersi per gli altri), perché come priorità non mettere oggi, nuovi fondi, reperibili attraverso la lotta all’evasione fiscale, per avere più poliziotti ed una maggior ricettività carceraria, con il relativo personale adeguato alle necessità di quel tipo di lavoro? (il miracolo di avere meno tasse e più servizi, incluso quello della sicurezza, non riesce a farlo neanche P. Pio!).
Quando ci entrerà nella zucca che la libertà che la Sinistra deve costruire non è quella americana, di gracidare e sblaterare per ossidarsi le corde vocali, ma la libertà dallo sfruttamento (giustizia), e libertà dal bisogno (lavoro, casa, scuola, sanità e informazione pulita per tutti)?
Quando capiremo che mercato e competizione generano strutturalmente quegli enormi problemi (precarietà, umiliazione, miseria, sfruttamento, manipolazione del consenso) che poi, a loro volta, generano il problema della sicurezza dei cittadini, i quali, se questa precondizione non viene realizzata, sono disposti a consegnare il proprio destino a quella Destra che continuerà a conservare, e ad amplificare le condizioni per cui la sicurezza stessa sarà impossibile?
Ci rendiamo conto che noi siamo la fotocopia ritardata della società americana, società violentissima, col primato degli omicidi, col primato dell’originalità nell’inseguirli, (stragi nelle scuole), col razzismo più schifoso di ogni etnia ai danni di quella arrivata colà dopo lei stessa?
Ci rendiamo conto che, se ci sarà l’inferno, noi saremo smistati nel girone degli imbecilli, attiguo a quello degli ipocriti, perché avevamo davanti il modello negativo del Paese leader dell’Occidente, ed abbiamo continuato a invidiarlo, ad imitarlo, a considerarlo esempio di democrazia e di libertà, valori rarissimi in quelle contrade, e riservati esclusivamente alla privacy dei ricchi e dei potenti?



Giovedì, 29 novembre 2007